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Avevamo bisogno di un libro come “Siate gentili con le mucche”. Ne avevamo bisogno per poter conoscere con parole nuove la storia di Temple Grandin, per rompere alcuni tabù come l’argomento autismo, per imparare ad apprezzare le grandi potenzialità di chi è affetto da questo disturbo neuropsichiatrico e soprattutto per riscoprire il valore della gentilezza. Questo testo scritto da Beatrice Masini, illustrato da Vittoria Facchini e pubblicato da Editoriale Scienza con gli approfondimenti sull’autismo curati dagli psichiatri Stefania Ucelli e Francesco Barale, è fondamentale per comprendere una patologia dinanzi alla quale pochi sanno come affrontare.

Siamo negli anni Cinquanta e l’autismo è ritenuto il risultato di un rapporto genitoriale particolarmente distaccato tanto da coniare l’espressione “mamma frigorifero” perché si è convinti che alla base della malattia ci sia un’eccessiva freddezza emotiva da parte delle madri dei bambini autistici. Con la testimonianza lasciata da Temple Grandin si sono demolite delle congetture alquanto retrograde e si è contribuito ad offrire una serie di insegnamenti adeguati per sostenere in maniera adeguata i comportamenti dei bambini autistici.

Partendo dalla storia di Temple Grandin, nata a Boston il 29 Agosto del 1947, oggi ricercatrice e professoressa di Scienze animali all’Università del Colorado e tra le più note personalità affette da autismo, il lettore (grande o piccolo che sia) apprende una straordinaria tenacia, caparbietà e fermezza delle due protagoniste perché nel racconto emerge anche la figura della madre Eustacia che una volta appurato il problema della figlia si rifiuta di chiuderla in un istituto come le suggerisce di fare il marito Dick e mette in atto con grande ostinazione una straordinaria audacia che le permetterà di interagire con la figlia, di comprendere le sue difficoltà espressive o ancora di valorizzare le sue doti. Tutto ciò affinchè Temple non diventasse vittima del suo stesso problema ma in grado di gestirlo e autocontrollarlo.

Ad aiutare la madre c’è una tata che attua con successo la regola del fare coinvolgendo la bambina in un’attività continua mentre il professore Mr. Carlock che sin da subito coglie le doti di Temple la incoraggia a proseguire gli studi nonostante le difficoltà da lei incontrate nell’ambientarsi in un nuovo college e soprattutto la invoglia alla ricerca stimolando la sua curiosità e offrendole vari consigli di lettura. L’insistenza induce la ragazza ad ottenere risultati importanti come conseguire la laurea in psicologia e un master in scienze animali.

Da piccola Temple dimostra subito di essere speciale anche se i compagni la ritengono bizzarra solo perchè particolarmente timida. Lei infatti parla pochissimo, sembra non rispondere agli stimoli esterni, è come se sognasse a occhi aperti. Non ama essere abbracciata e se qualcosa la infastidisce risponde con delle urla fortissime reagendo “come una bomba a orologeria, pronta a esplodere al minimo sussulto”. Temple è persa in un mondo tutto suo, imperscrutabile, un universo inaccessibile, “Sembra chiusa dentro un cerchio”.

Ai tempi delle scuole medie Temple viene cacciata bruscamente, ma la circostanza seppur frustante si rivela un’occasione per la ragazza ormai adolescente perchè viene iscritta in una scuola in campagna dove ha la possibilità di stare a contatto con gli animali. Osservandoli grazie alla sua straordinaria sensibilità, Temple ne analizza il comportamento e comprende alcune loro reazioni diventando così una grande studiosa apportando teorie e ricerche innovative sul campo come l’invenzione della macchina per gli abbracci. È come se riuscisse a vedere ciò che è invisibile per molti, di sentire voci o avvertire sensazioni che altri non colgono. Questo accade grazie al fatto che Temple oltre a comprendere i comportamenti degli animali, sente come loro, lei vede e percepisce il mondo proprio come fanno le mucche o i cavalli per questo trascorrere dei lunghi periodi in un ranch le consentirà di elaborare dei sistemi in grado di rendere più serena la vita del bestiame da allevamento.

“Siate gentili con le mucche” commuove e induce alla riflessione. È un libro che offre l’opportunità di cogliere il valore della diversità. Il testo ci invita ad essere pronti all’ascolto di quello che solo apparentemente può sembrare il silenzio (o il chiasso) di un bambino ma che invece può essere una forma di comunicazione solo apparentemente incomprensibile. Per afferrarne il significato proviamo a fare come Temple Grandin che ha intuito come ci sia “un legame fra la gentilezza che si diffonde e quella che torna indietro”.

*L’articolo è stato pubblicato nel 2015 su Linkiesta (Blog Anam di Paola Bisconti).

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