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“Ricevevo senza scelta la realtà e le chimere, le vere e le finte ragioni, le somiglianze stravaganti e legittime tra come ero realmente e come sarei voluto diventare” scrive Elio Romano nella prima delle otto storie d’amore e musica che compongono il volume “I segreti del Moleskine” edito da Manni.

E’ un percorso quello proposto dall’autore che riavvolge il nastro dei ricordi per offrirceli con estrema delicatezza stilistica. Si legge la narrazione scandita da suoni immaginari che giungono sotto forma di ricordi con la stessa abilità di un pianista le cui mano “guizzavano sulla tastiera come puledre in amore”.

Lasciandosi trasportare da una flebile melodia si ha l’impressione di inseguire il tempo a ritroso ripercorrendo gli anni dell’adolescenza e quelli successivi dipanati da amori e passioni, entusiasmi e delusioni, fragilità e certezze, partenze e ritorni. Da un Salento, terra madre di sogni e speranze, alla vivacità artistica e culturale di città come Bologna sono diversi gli scenari che fanno da sfondo alle storie.

Nella varietà dei racconti compaiono elementi che ritornano costantemente come i continui interrogativi sui sentimenti della persona che sono alla base di una sorta di ricerca introspettiva con il fine ultimo di una quiete interiore, ma sono presenti anche numerosi elementi naturali.

L’ammaliante osservazione del cielo che “non è mai uguale a se stesso” e che a volte appare essere “liquido”. Un cielo che quando albeggia soprattutto nel Salento regala colori “caldi, morbidi addirittura irriverenti nella loro bellezza” e poi c’è il vento che “produce sempre una specie di musica. Nelle strade del centro cittadino, sui campi aperti, sulle onde spettinate del mare. Quando fischia tra le persiane o quando si infila sotto le porte. Alle volte incrina il gusto e il mistero del silenzio”.

A primeggiare è senza dubbio una vena poetica che di tanto in tanto si alterna alla prosa ma che si intravede in tutta la narrazione. Straordinario è il riconoscimento che Elio Romano offre con estrema naturalezza e sincera ammirazione ai grandi poeti meridionalisti del Novecento che con le loro liriche hanno nobilitato la nostra terra.

“Per fortuna” scrive Romano “esiste la poesia a mitigare la ferocia e gli inganni della quotidianità” .

 

 

 

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