Esiste un paese inventato che sembra essere nato nella mente dei lettori e ospita tutti coloro che trovano riparo nelle pagine e risiedono tra le parole.
Quint Buchholz, pluripremiato illustratore tedesco, ha realizzato un gioiello editoriale ispirandosi a quel luogo immaginario dove dimorano gli amanti dei libri.
Pubblicato da Beisler e tradotto da Bice Rinaldi, il testo “Nel paese dei libri” si presenta come un omaggio al libro e al lettore. Pagina dopo pagina si alternano delle poetiche illustrazioni accompagnate da brevi riflessioni che descrivono i più svariati modi di approcciarsi al libro, alla valenza che questo oggetto ha per ciascun lettore.
Si tratta quindi di un volume in un formato minuto che risulta essere un vero e proprio inno d’amore, raffinato e profondo, con un’intensità propria che si coglie dalla copertina e anticipa la meraviglia che si cela in questo scrigno di carta.
Le tavole qui presenti hanno un potere ammaliatore tale da poterle interpretare anche senza leggere il testo che le affianca. Frasi che risultano brevi versi, ritmati e puntuali, di una poesia che va componendosi di volta in volta.
La straordinarietà di “Nel paese dei libri” sta nel fatto che il testo non è un albo per bambini come si potrebbe pensare ma il capolavoro appartiene alla categoria dei picture book rivolti principalmente agli adulti.
I significati così intimi e vari su ciò che vuol dire leggere sono espressi da Buchholz con la delicatezza delle tinte pastello che risultano essere eteree, sfumate e ci regalano paesaggi o dettagli che fungono da luoghi immaginari dove trovare riparo.
È un libro che meriterebbe di essere ammirato in assoluto silenzio, in completa solitudine oppure letto in compagnia ma a bassa voce e lentamente perché non sfugga alcun particolare delle pagine magnetiche che vanno a comporre ciò che non è solo una prestigiosa pubblicazione editoriale ma anche un omaggio poetico alla lettura e ai tanti tipi di lettori e libri esistenti, un invito a cogliere le suggestioni che possono scaturire dalla lettura, l’esercizio più nobile dell’anima.
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