Custodi del sapere, scrigni di bellezza, vere e proprie opere d’arte. Di loro non se ne può fare a meno. Li definiscono il “nutrimento dell’anima”. Sono i libri, i gioielli di ogni epoca storica, che continuano ad affascinare, sorprendere, coinvolgere. Neppure il progresso e la tecnologia sembrano essere riusciti a soppiantare una delle invenzioni più importanti della Storia e sono ancora in molti a lasciarsi sedurre dalla malìa che producono questi oggetti dotati di un’anima.

Il ciclo vitale di un libro prevede la collaborazione tra scrittori, editori, librai, bibliotecari, esperti dell’informazione, ma ciascuna di queste figure non può esistere senza il lettore e ognuno di loro, inevitabilmente lo è. Esiste uno spazio ideale che sa accogliere chiunque lo desideri. È la terra dei sogni dove approdano uomini e donne che riconoscono ai libri, il potere di assegnare un nuovo sguardo sulla vita.

C’è chi ha affidato a questo luogo immaginario il nome di Terra Somnia, un nuovo marchio editoriale creato poche settimane fa da un gruppo di esperti, professionisti della parola ma soprattutto da un team di lettori. Sono Brizio Montinaro, Paolo Miggiano, Alessia Guerrieri e Alessandro Polidoro.

“Fondata lungo l’asse Salento, Caserta e Napoli con la capacità di guardare oltre i propri confini, è nata una realtà immaginaria e immaginifica che già a partire dal suo logo spiega la propria visione. Un’icona che cerca di cogliere nell’archetipo dell’occhio “aperto”, la sovrapposizione dell’onirico alla cruda realtà” leggiamo in uno degli articoli che comunicano la nascita di Terra Somnia Editore.

Oggi vogliamo far conoscere ai lettori di questo blog, i fondatori di una nuova impresa editoriale che sembra avere i presupposti per lasciare un segno importante nel contesto culturale italiano.

Conosciamoli insieme.

A loro ho chiesto da dove nasce il desiderio di avviare una casa editrice e quali sono le esperienze umane e professionali che hanno permesso di incontrarsi.

Paolo Miggiano: “Ho fatto molte cose nella mia vita, molti mestieri, dal contadino al muratore, dal poliziotto all’aviatore, dal sindacalista di uomini in divisa senza diritti al volontario negli ospedali, dall’esperto di questioni di sicurezza delle città ad assemblatore di storie, ma mai avevo pensato che un giorno avrei costituito una casa editrice, quasi tutta mia, tutta nostra. Poi nel mese di novembre scorso, ero in Puglia a Taranto per una conferenza internazionale sul cambiamento, quando ho ricevuto un messaggio dal mio amico Brizio Montinaro, il quale mi chiedeva se volevo provare a sognare e a giocare con lui in un’avventura editoriale. È bastato poco per farmi coinvolgere. Poi ho parlato dell’idea a due amici particolari, come Alessia Guerriero e Alessandro Polidoro che sognano più di me ed eccoci qua. È bastato un mesetto e la casa editrice è nata. Restiamo “con i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole”, ma ora siamo una piccola realtà editoriale e proveremo ad entusiasmarci e ad entusiasmare i lettori.

Conosco Brizio Montinaro da più di dieci anni, ma ancor prima conoscevo la sua vicenda umana e familiare. Ci siamo incontrati sulle strade dell’impegno antimafia e da lì è nata una sincera amicizia. Brizio, insieme ad un’altra amica speciale, sono il mio punto di riferimento in Salento per ogni mia iniziativa culturale intorno ai libri. Di Brizio mi affascina non solo il modo composto e misurato di affrontare i temi dell’antimafia, ma anche la sua smisurata cultura classica. Con Alessia Guerriero ci unisce un grande affetto ed una speciale collaborazione in campo culturale, nel tentativo di portare l’arte e la cultura in luoghi altri. Da tempo, infatti, sperimentiamo, con successo, a Caserta e non solo, l’idea di realizzare incontri letterali, musicali ed artistici in luoghi diversi da quelli tradizionalmente deputati allo scopo, come le strade, le piazze cittadine, i negozi, le attività commerciali in genere. Con Alessia, anche lei incontrata sulle strade dell’impegno civile, è nata una collaborazione in campo letterario, riuscendo persino a farmi cimentare con i versi poetici, terreno sul quale non ero mai riuscito a sperimentarmi. Alessandro Polidoro è invece l’editore napoletano, presidente di Napoli Città Libro, che ha creduto nella mia scrittura, investendo nella pubblicazione di uno dei miei più importanti libri, “NA K14314. Le strade della Méhari di Giancarlo Siani”. Un gruppo così non ci ha messo molto a ritrovarsi e a costituire un team già affiatato ed in linea con il progetto editoriale e l’argomento su cui abbiamo discusso di più è stato quello intorno al nome, ma la creatività di Alessia e le conoscenze classiche di Brizio hanno fatto la differenza ed è nata Terra Somnia Editore”.

Brizio Montinaro: “Con Paolo ci conosciamo ormai da molti anni, si presentò e mi lasciò il suo biglietto durante una delle tante manifestazioni di impegno nel tenere alta la guardia contro le mafie. Quei luoghi di memoria attiva a me pongono sempre il dubbio di chi si ha di fronte, il dubbio atroce di essere strumenti in mano a chi vuole cannibalizzare il dolore. Paolo non è uno di quelli e siamo diventati amici. Alessia e Alessandro sono amicizie di Paolo ma non abbiamo avuto alcuna difficoltà a trovare quel sentiero comune del viaggio e durante questo viaggio intenti molto comuni.

Ad indurmi a dare vita a una casa editrice hanno inciso due gradi di incoscienza… uno necessario ad ogni approccio rischioso della nostra esistenza. L’altro derivante dalla consapevolezza che sempre più sono necessari “contenitori” che permettano di far esprimere quelle intelligenze e quelle sensibilità attraverso la scrittura e la poesia intrisa di segni. Quale mezzo migliore di un pacchetto di fogli di ottima carta? Sappiamo che ci sono tantissime case editrici ma come per qualsiasi altro mestiere, professione o attività umana, tutto ciò che già esiste non può precludere l’azzardo di fare una cosa buona”.

Alessia Guerrieri: “La passione per i libri è una questione antica. Un libro sogna. Il libro è l’unico oggetto inanimato che possa avere sogni, così quando Paolo Miggiano mi ha confessato l’idea che allora era ancora embrionale, l’ho fatta subito mia. Mi sono lasciata attraversare dalle sue parole: “con un amico mio di Lecce, pensavamo di costituire una casa editrice. Sarebbe una cosa fatta per sognare. Per sognare insieme.

La condivisione degli stessi valori e la formazione lungo gli stessi percorsi tracciati dalle idee condivise ci hanno fatto avvicinare o nel caso di Paolo ed io, (ri)avvicinare. Le nostre strade sono quelle dell’impegno civile, della coscienza antimafia che muove i suoi passi dapprima come un movimento culturale e morale. Stesso discorso vale con Brizio Montinaro per una questione sua familiare e con Alessandro Polidoro, è stato l’amore per i libri e per tutto ciò che essi rappresentano ad unirci”.

Alessandro Polidoro: “In realtà Terra Somnia è la mia seconda esperienza in ambito editoriale, nel 2013 ho fondato la Alessandro Polidoro Editore, di cui sono tutt’ora l’editore. Sono sempre stimolato dalle novità, mi piace buttarmi a capofitto in nuovi progetti mettendo a frutto le mie competenze.

La vita mette insieme le persone per caso, in un attimo. Paolo Miggiano ha pubblicato con la Polidoro editore nel 2018. Sin da subito abbiamo costruito un legame particolare e profondo. Un legame talmente sincero e reale che è continuato con naturalezza anche ad Alessia e Brizio. Così, quando si è presentata l’opportunità di far parte di Terra Somnia, non ci ho pensato un attimo”.

L’entusiasmo che si percepisce dalle loro risposte è tangibile, ma chi opera nel settore è consapevole di come la passione non sempre sia sufficiente ad affrontare ciò che spesso è generato da una penuria culturale, dall’attrazione verso il futile, dalla superficialità di molti. Pertanto ci si interroga su cosa significhi pubblicare libri in un periodo in cui la filiera editoriale è in crisi e le librerie chiudono.

Per Alessia i libri hanno una voce propria che tutela l’unicità di ciascuno di noi e garantiscono una sorta di democrazia, secondo Paolo si tratta di una vera e propria sfida che soprattutto nel Meridione d’Italia ha senso d’esistere, per sopperire a quel vuoto culturale generato da una povertà economica che ha inciso nello sviluppo di un territorio.

Brizio invece ci offre una lettura dettagliata illustrando come nella storia siano avvenute tante rivoluzioni tecnologiche che ne hanno minato da una parte l’esistenza stessa dei libri come dall’altra la possibilità di pubblicarne sempre più. “Poi arrivò tutta la virtualità” ci spiega l’architetto “Ricordo quando a metà anni 80’ ancora usavo i rapidografi, penne a china, per disegnare sui lucidi e poi stampare i disegni. Seguivo molto il progredire della tecnologia che avrebbe a breve stravolto tutto e per questo acquistai il mio primo computer affascinato dalle sue potenzialità. Il 90% dei docenti universitari ostracizzarono il nuovo modo di produrre, a dire il vero abbiamo dovuto attendere la metà degli anni 90’ perché quelle macchine infernali e straordinarie iniziassero ad essere produttive. Ero passato dai rapidografi ai cad, software per disegnare, e dalla Olivetti Lettera 24 con la quale battevo le mie relazioni al word-processor che la emulava sul pc. Quando qualcuno diceva che sarebbe scomparsa la carta io affermavo che si sarebbe prodotta di più e così è stato. La digitalizzazione tanto auspicata di fatto per molti usi non sarà mai totale ed i libri, i buoni libri con della buona carta odorosa e dei buoni contenuti avranno lunga vita”.

E a riconoscere i buoni libri c’è l’esperto Alessandro che da editore con anni di esperienza alle spalle sostiene come “un buon libro riuscirà sempre a trovare il suo spazio, il suo pubblico” perchè se è vero che molte librerie chiudono, tante altre aprono e si specializzano nel proporre al pubblico iniziative sempre diverse e interessanti. “Fare rete in questo settore (in realtà, in tutti) è la chiave”.

E allora è immediato chiedere quale sarà la peculiarità di Terra Somnia Editore.

“La nostra visione intende abbracciare l’universo contemporaneo e dunque le tematiche dei diritti umani, della legalità, i temi civili e le storie di vita di tutti coloro che come noi, credono nelle rivoluzioni culturali. Del resto, le rivoluzioni, dopotutto, si fanno leggendo” risponde Alessia che già da tempo ha avviato delle iniziative del tutto singolari e di notevole spessore culturale con una forte valenza sociale.

“Non pensiamo di cambiare il mondo e neanche quello dell’editoria. Restiamo con i piedi ben piantati sulle nuvole, ma non perdiamo di vista la realtà. Essere indipendenti significa non soggiacere a certe logiche del mercato. Le idee non ci mancano e non sarà certamente il nostro tornaconto economico a tracciare la nostra linea editoriale” afferma Paolo che con la sua scrittura ha saputo inoltrarsi nel districato labirinto della realtà, anche la più cruda e con le sue pubblicazione è riuscito a togliere il velo dell’ipocrisia su storie, vicende, tragedie.

“Intendiamo avere uno sguardo attento nel considerare le sponde del Mediterraneo come costa comune di luoghi contaminati dalle mille culture e dalla miriade di uomini e donne, maestri della sacra ospitalità. Vorremo dare spazio alla complessità delle esistenze di coloro che sentiranno la necessità di divulgare. Noi li prenderemo per mano” dice Brizio il cui pensiero sembra avere incarnato il concetto di Kalokagathia, dal greco antico indica l’ideale di perfezione morale dell’uomo.

La chiacchierata continua e l’attenzione si concentra su un altro aspetto: che tipo di contributo può apportare una casa editrice indipendente, al contesto culturale attuale?

Lo scopo comune è quello di “presentarsi sul mercato con prodotti sui generis che siano fortemente connotati dal punto di vista identitario e anche contaminati in termini di linguaggi espressivi” dice Alessia “Dunque prodotti che contengano non solo la parola in quanto tale ma più in generale il signum inteso come accezione ampia e quindi, un’impronta che potrà essere anche illustrata” ma anche di “avere come oggetto la contemporaneità, l’immigrazione, l’impegno sociale e l’antimafia. Insomma sarà un’altra narrazione la nostra” afferma fiducioso Paolo che con gioia annuncia la prima sorpresa prevista per la stagione estiva e denominata “Istanze poetiche” con delle illustrazioni grafiche molto minimali.

Per Brizio “Il libro può costituire quella “pausa” necessaria per rimetterci in pace con il mondo e con gli esseri che lo popolano attraverso contributi di chi riversa su carta contenuti, poesia, arte. Insomma, uno stimolo alla riflessione, un intervallo ritrovato”.

È una pausa quella a cui fa riferimento uno dei soci fondatori alla quale tutti vogliamo ambire per poter ritrovare noi stessi e chi ama i libri sa che essi sono la bussola di un viaggio incredibile.

Alessandro che già conosce a fondo il settore è consapevole di quanto “le case editrici indipendenti stiano facendo ormai da decenni un lavoro eccezionale, sia con la narrativa italiana che con la straniera, diventando un vero e proprio punto di riferimento per una cospicua fetta di lettori.  Così come il libraio di fiducia, esiste anche l’editore di fiducia con un pubblico affezionato, che segue le sue pubblicazioni e gli eventi in giro per l’Italia. Per gli autori, poi, l’editore indipendente è un amico, una guida. Li segue (e li coccola!) passo dopo passo, accompagnandoli nel difficile percorso di un lancio di un libro, cercando di far vivere lo stesso per molti mesi”.

Chi riuscirebbe a sottrarsi ad una simile carezza? Tutti cerchiamo l’autenticità e i libri nascono da questa virtù che ci pervade infondendoci quella capacità di entrare in empatia con la scrittura. E sulla scia delle emozioni che le belle letture sanno donare, ci salutiamo. La nostra interessante conversazione si conclude con una curiosità.

Se foste stati editori nei decenni precedenti o nel secolo scorso – ho chiesto a loro – quale libro (divenuto poi celebre) avreste voluto pubblicare?

Ecco la risposta di Paolo: “Sarebbero tanti i libri che avrei voluto pubblicare, l’elenco sarebbe davvero lungo, ma io sono, mi sento, uno che va controvento, un rivoluzionario senza armi da fuoco ovviamente (quelle le ho deposte da una decina d’anni, quando ho smesso di indossare la divisa da sbirro). Quindi avrei certamente pubblicato “Il resto di niente” di Enzo Striano. Il mio libro dei libri dove tra le sofferenze di un popolo infelice e la nobiltà illuminata emerge un solo disegno di libertà con la grande utopia giacobina, giunta in ritardo di dieci anni almeno. Libertà negate, re tiranni, amori, tradimenti, Santa Fede, rivoluzione mancata animano la trama e la scena indimenticabile è quella in cui Lenòr, avvolta nel tricolore sventola il Monitore della libertà. Tra tutte le donne lei è la sola da sognare, d’amare. La storia mi conduce al 1799, se fossi nato in quel periodo, tra i rulli di tamburi, nella Piazza del Carmine, avrei gridato al boia: «Io sono libero. Tu, no!»”.

Alessia ci propone un grande classico: “Avrei voluto pubblicare Lolita di Vladimir Nabokov. Un romanzo colto dallo stile elegante, glorioso e controverso a tal punto da divenire un caposaldo della letteratura del ‘900, che a distanza di oltre sessanta anni rappresenta ancora uno schiaffo al moralismo borghese imperante nella nostra società. Lolita ha creato un vero e proprio mito estetico universale sin da quando The Olympia Press pubblicò per la prima volta il romanzo nel ’55: da quel momento in avanti, non solo Lolita è sempre rimasto nella classifica dei libri più letti al mondo, ma diverse correnti di moda e subculture di ogni genere hanno eletto la figura della sua protagonista a icona di stile, anche grafico. Sin dalla prima pubblicazione infatti, Nabokov tenne a precisare come doveva essere realizzata la copertina: “Voglio colori puri, nuvole sfumate, dettagli finemente disegnati, un sole la cui luce irrompa alla fine di una strada che si allunga all’orizzonte, la cui luce si deve riflettere su ogni solco e curvatura. E niente ragazzine… Chi potrebbe mai essere capace di creare una romantica, ben disegnata, non-freudiana e non infantile immagine di LOLITA (una distanza che si dissolve, un delicato paesaggio americano, un’autostrada nostalgica – questo genere di cose)? C’è solo un soggetto verso il quale sono assolutamente contrario: qualunque tipo di rappresentazione di bimba”.

Brizio presenta un’altra imperdibile lettura: “In questo sarò di parte. L’Autobiografia di Frank Lloyd Wright uno dei più grandi architetti della storia a cavallo del 900’. Sono affascinato dalle biografie e anche dalle autobiografie benché ambedue per diversi aspetti siano poco o fin troppo attendibili. La scrittura del tempo trascorso durante una vita degli autori è indispensabile a mio parere a comprendere meglio le opere degli autori stessi. Le vite così raccontate costituiscono tasselli importanti per comprendere contesti storico-culturali e aspetti relazionali dell’esistenza che portano ad approfondire la genesi delle cose eccelse prodotte da umani a volte troppo umani. L’asetticità dell’analisi della sola opera “divina” di un autore a volte da noi percepita come distante e assoluta, quasi disumana, si arricchisce di quei tasselli importanti per la comprensione. Ecco anche questo filone potrà essere una delle peculiarità editoriali di Terra Somnia”.

Ringrazio Brizio, Paolo, Alessia e Alessandro per questa appassionante conversazione augurando al gruppo così affiatato di realizzare ogni loro proposito.

Sono certa che le pubblicazioni riscontreranno l’apprezzamento di molti lettori che li divulgheranno sulle strade dei libri.

 

 

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