Categories:

carmelo-bene

È un libro necessario quello di Simone Giorgino che ha affidato all’editore Milella la pubblicazione del saggio “L’ultimo trovatore. Le opere di Carmelo Bene” incastonato nella collana “Contemporanea” diretta da Antonio Lucio Giannone.

È un testo di fondamentale importanza per conoscere in maniera completa il genio, uno scrittore anomalo, eccentrico, fuori dai clichè, con una carismatica personalità. Bene noto per la sua carriera teatrale in realtà è stato anche scrittore e poeta e per la prima volta uno studio monografico focalizza l’attenzione sulla sua produzione letteraria forse meno nota rispetto ai lavori teatrali.

Giorgino argomenta in maniera impeccabile il tema organizzando la lettura in tre parti invitando il lettore a navigare nel mare magnum dell’opera letteraria beniana.

Nella prima parte “Vida e Razo” si ripercorre la “biblioteca ideale” ossia quelle letture che hanno influenzato il pensiero di Carmelo Bene e hanno determinato la sua formazione culturale tra queste spicca l’amicizia con Vittorio Bodini. Entrambi hanno affrontato tematiche che presentano notevoli affinità sulle radici meridionali. Dai loro scritti emerge un Sud inedito, onirico e irrazionale.

Il legame che Bene ha avuto con il Salento è costante e ritorna sovente: “il buen retiro di Otranto, dove prepara gli ultimi spettacoli e scrive “I mal de’ fiori” e “Leggenda”; la casa paterna di Santa Cesarea Terme, in cui scrive e ambienta “Nostra Signora dei Turchi” e che usa da set per l’omonimo film; il Salento in generale, sono, nelle opere dell’artista, molto più che semplici luoghi geografici ma si elevano a categoria dello spirito, condizioni di pensiero o, meglio, di “depensamento”.

Nella seconda parte intitolata “Le opere narrative” Giorgino si sofferma sulla produzione letteraria di Bene che comprende generi letterari differenti come drammaturgia, saggio, romanzo, poesia, autobiografia e sceneggiatura, lavori pubblicati da grandi case editrici come Feltrinelli, Longanesi, Sugar, Einaudi, Il Saggiatore e Bompiani con cui dà compimento al suo “progetto automitografico”. In questo capitolo tuttavia Giorgino privilegia i romanzi e i racconti scrivendo “le opere artistiche di Bene non sono impermeabili fra loro, sono piuttosto come vasi comunicanti, il cui contenuto filtra allo stesso modo dappertutto”.

Nella terza parte denominata “L’opera poetica” di notevole interesse è il nesso tra scrittura e voce, un aspetto indispensabile per cogliere l’originalità e la peculiarità di un artista che ha esaltato il valore della comunicazione in tutte le sue forme. “La poesia è gioco sovrano del suono” dice Bene che ha inteso la poesia come espressione musicale nata dal rapporto fra scrittura e oralità perciò riserva una costante attenzione alla dimensione fonetica. Il volume si conclude con la presentazione del poema inedito “Leggenda” e una dettagliata bibliografia utile per approfondire le proprie conoscenze riguardo un settore vastissimo nel quale spicca la figura di Carmelo Bene.

Tentare di descriverlo sia come artista che come uomo sarebbe opera vana. Ogni tentativo di descrizione potrebbe apparirebbe vacuo, inutile, banale perciò occorre semplicemente leggere e conoscere sempre più a fondo tutto ciò che riguarda Carmelo Bene.

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *