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Ci sono draghi che sputano fuoco e altri che mangiano parole.

Umberto Fava, autore di una favola senza tempo e per tutte le età, ci conduce nella storia di “Giorgio e il drago che mangia le parole” edito da Scritture.

Il racconto basato su una logica metaforizzante ha come ingrediente principale la fantasia e narra la storia di Giorgio Milani, artista emiliano, che ha incentrato la sua arte sulla bellezza visiva delle lettere ricorrendo ai caratteri lignei di Gutenberg. Giorgio Milani creatore di opere denominate i “Poetari” note a livello internazionale ha donato nuova vita ai tasselli impiegati nelle tipografie salvandoli da una morte certa perchè soppiantate dalla rivoluzione digitale.

Si tratta di un libro di singolare efficacia non solo per la veste  grafica e le illustrazioni che esaltano l’arte ma in particolar modo per la trama che coinvolge il lettore fino a diventare contemplatore di meraviglia.

Ci si ritrova catapultati in un mondo immaginario intenti a seguire le avventure di un drago balbuziente che ha un costante appetito. Irrefrenabile è la sua fame e trangugia a volontà vocali e consonanti.

Un eroe salverà le parole e ridonerà ad esse il giusto valore. È Giorgio che abita in un antico palazzo e lavora in una chiesa sconsacrata.

Per difenderle dal drago, il nostro temerario artista ogni notte è costretto a chiudere le lettere nei cassetti e nelle casseforti per sottrarle al mostro avaro.

Ed è così che Giorgio “da pittore dei paesaggi e delle figure, era diventato il samaritano delle parole smarrite e ritrovate come le pecore del Buon Pastore”. Il protettore unendo le parole alle note, fondendo suono ad altro suono, assemblando energia e passione ha creato opere uniche… tutte da ammirare.

“Giorgio e il drago che mangia le parole” è un libro che contiene un’elevata poeticità morale e ci esorta ad abitare le parole per viverle con un sentimento di avventurosa libertà.

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