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“Lucky Break” di Rob Stevens tradotto in italiano da Alessandra Valtieri è un avvincente testo per ragazzi edito da Lapis.

La storia narrata è quella di Leon e della sua famiglia distrutta dal dolore a causa della morte di uno dei figli gemelli. La sofferenza è però taciuta dai silenzi e dalle distanze che ciascuno di loro ha creato illudendosi fosse l’unico modo per reggere a un lutto.

Un giorno, poco prima delle vacanze, Leon incontrerà Arnold, un nuovo compagno di classe. L’amicizia che nascerà tra i due tredicenni sarà decisiva nel segnare un cambiamento del tutto positivo nella loro vita.

Tra indagini poliziesche, partite di rugby, divieti un po’ eccessivi imposti dalla madre di Leon fin troppo premurosa, pseudo rapine in banca, dialoghi con un clochard e molto altro, nella narrazione che si svolge nell’arco di un fine settimana, prevale il tentativo di ricucire le proprie ferite.

“Se c’è un problema, con il dolore, è che ti coglie di sorpresa. Il più delle volte è una nuvola nera che copre tutto e rende cupo anche il giorno più luminoso. Ma ogni tanto ti afferra e ti stringe così forte, che ti toglie il respiro e ti porta via tutte le forze”

Dall’incontro tra i due ragazzi nascerà un legame solido fondato sulla sincerità e questo consentirà ad entrambi di raccontarsi. Leon potrà esprimere ciò che lo fa stare male quindi i sensi di colpa per l’incidente avvenuto una mattina quando lui ed il fratello si stavano rincorrendo e una macchina ha investito Lenny.

“Ripensai alla mattina in cui morì e la disperazione mi arrivò addosso come lo schiaffo di un’onda gigantesca”

E così anche Arnold potrà raccontare della depressione della madre, dell’assenza del padre e della sua grande solitudine.

Arnold si rivelerà una persona affascinante nonostante il resto dei compagni tenda ad escluderlo perché lo considerano diverso.

Dalle loro confidenze sarà possibile anche dare vita ai ricordi, parlare del fratello e della loro passione per il rugby, delle sue qualità e forse sarà questo il modo per attenuare la sofferenza.

“Alla fine mi ritrovai sdraiato sul letto, sprofondato nei ricordi che tutte quelle note riportavano alla memoria. Non so quanto tempo sia rimasto lì, raccolto nel mio piccolo mondo, assorbito dalla musica e dalle parole, immerso in un mare di ricordi che tornavano prepotentemente a galla”

A soffrire, in silenzio, sono anche Olivia, la sorella di Leon, il padre che lavora di continuo per non pensare a quanto è accaduto, la madre che si dedica instancabilmente alla sicurezza stradale tanto da aver fondato un Comitato di quartiere per sensibilizzare la gente. Il nucleo familiare saprà poi ritrovarsi grazie alla bellezza della fragilità e alla forza nel rinsaldare i legami.

La profondità del racconto è in perfetto equilibrio con l’ironia delicatissima che caratterizza il libro denso di emozioni e consente al lettore di cogliere molte sfumature dei due protagonisti che sembrano avere molto in comune.

La straordinaria capacità dell’autore nell’affrontare delle tematiche come la morte, la diversità e la capacità di saper ascoltare si è rivelata la principale peculiarità di questo lavoro letterario dove non c’è il rischio di cadere nel patetico o nel melenso ma piuttosto di riflettere sulla complessità dell’esistenza soprattutto quando questa ci presenta ostacoli apparentemente insormontabili.

 

 

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