Categories:

“Lucille degli Acholi” (Il Castoro Edizioni) è un racconto a fumetti scritto da Ilaria Ferramosca e illustrato da Chiara Abastanotti nel quale si ripercorre la vita straordinaria di Lucille Teasdale, una chirurga che negli anni sessanta partì per l’Africa dove, insieme al marito Piero Corti, riuscì a fondare la prima scuola per infermiere e a trasformare il piccolo ospedale di Lacor in uno dei maggiori ospedali non profit dell’Uganda, che ancora oggi accoglie e cura centinaia di migliaia di pazienti ogni anno.

Nata nel 1929 a Montreal, Lucille Teasdale, tra le prime donne medico, ebbe il coraggio di andare contro molti pregiudizi dell’epoca. Si iscrisse all’università nonostante le esortazioni della madre a rinunciare alla carriera, si laureò, divenne membro onorario del Royal College of Physicians and Surgeons del Canada, fece praticantato in Francia e praticò una professione di appannaggio maschile.

«Essere medico non è una professione, ma una vocazione, un modo di dedicarsi alle persone. E se lo fai, perché non farlo per chi ne ha maggior bisogno?» diceva Lucille, pluripremiata per il suo coraggio e la sua dedizione.

Di lei Rita Levi Montalcini ha detto: “Lucille rimane il più fulgido esempio di dedizione all’attività medica svolta con eroismo sino alla fine del suo percorso”.

Nelle pagine di questo libro emerge la figura di una donna che seppe lottare per il suo grande sogno con determinazione e indomita passione.

La narrazione è affidata alla voce di due giovani studenti che appena diplomati devono scegliere quale percorso di studi intraprendere. È così che la giovane Atim racconta a Claudio di Lucille, il medico che salvò sua madre, e del desiderio di percorrere le stesse tracce lasciate dalla donna che tanto ha fatto per il popolo ugandese.

Le tavole colorate e ricche di dettagli rendono la ricostruzione biografica piacevolissima, a tratti commovente. La lettura regala slanci di entusiasmo ed è impossibile non immedesimarsi nello spirito combattivo ed altruistico di Lucille e di suo marito.

Toccante è la postfazione della figlia, Dominique Atim Corti, che ha seguito le orme dei genitori e di loro offre un ricordo colmo di gratitudine.

Un ricco corredo di foto ritraenti i coniugi Teasdale Corti, le infermiere, l’ospedale e gli attuali direttori completano un libro che merita di essere letto per conoscere l’avventura di Lucille e prenderne esempio e per sostenere la Fondazione che continua instancabilmente ad offrire cure e sviluppo nel nord dell’Uganda devastata da anni di guerra civile e dalle malattie come malaria, polmoniti e HIV, la stessa malattia che colpì Lucille e che la condusse alla morte nel 1996.

Lucille degli Acholi rimane un grande esempio di umanità e dedizione.

A ricordarcelo è la figlia che scrive:

“Da un piccolo seme è nato un grande albero frondoso. È questa la bellezza della nostra umana avventura: sedersi sulle spalle dei giganti che ci precedono per vedere più lontano di loro, raccogliere le sfide secondo la propria irripetibile sensibilità, scegliere, nutrire e restare fedeli al proprio sogno, per diventare a propria volta nuovi giganti che recano sulle spalle il futuro.

In un cammino in cui non si resta mai soli.”

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *