Chiara Papa è una delle voci più interessanti nel panorama musicale salentino anche se sono certa che presto si farà strada anche in quello nazionale. Cantante e chitarrista la giovane artista ha esordito con un lavoro discografico di notevole spessore. Si intitola (Donne) ed è stato pubblicato dalla nota casa discografica “Dodicilune”.

Chiara è nata a San Pietro Vernotico trentatrè anni fa iniziando sin da piccolissima ad appassionarsi alla musica e senza mai abbandonare questa passione ha studiato ottenendo eccellenti risultati. Inizia così una carriera brillante che la vede fra le numerose attività come fondatrice e presidente dell’Associazione musicale Orpheus, far parte del Trio di chitarre Salento Guitar Trio, nato nell’ambito del Salento Guitar Contest (festival chitarristico internazionale diretto dal M° Stefano Sergio Schiattone) per il quale collabora in qualità di docente e Direttore Artistico della rassegna “Note al Chiaro di Luna”, manifestazione artistico-musicale che si tiene ogni estate a Trepuzzi (LE) e che ambisce a portare l’Arte e la Cultura al grande pubblico in un’atmosfera magica e intima, proponendo spettacoli sempre nuovi con il connubio di diverse forme artistiche, vantando la collaborazione con artisti di formazione e provenienza internazionale. La sua biografia completa è disponibile sul suo sito http://www.chiarapapa.it che vi inivito a visitare.

“(Donne) è una raccolta di storie, un calderone di racconti che vengono dal passato e da terre lontane. Parole che sono incise nell’intimo di ognuno di noi. Sono voci di donne straordinarie. Personificazioni di archetipi femminili (la madre, la guerriera, la martire, l’amante) che hanno segnato e continuano a segnare la storia universale, la vita di ogni essere umano. (Donne) è un invito a sentire la realtà con tutti i sensi, per accorgersi che tutto l’universo parla al femminile e che il femminile è in ogni cosa, in ognuno di noi: l’aria, la pioggia, la terra natìa, sono il respiro di due amanti, le lacrime di una martire, il ricordo di un amore lontano”.

Il disco è composto da nove brani interpretati da Chiara Papa che oltre a cantare con una voce melodiosa suona la chitarra, l’ukulele e il dulcimer. Giorni fa ho avuto il piacere di intervistarla per sapere qualcosa in più del suo bellissimo lavoro ma anche di lei e del suo percorso professionale.

Cara Chiara, la tua carriera professionale è brillante. Qual è stata l’esperienza musicale che più ti è rimasta nel cuore?

L’esperienza musicale più intensa è stata quando ho insegnato ai bambini sordomuti e frequentavo l’Istituto F. Smaldone di Lecce dove facevo l’interprete per la lingua dei segni. E’ stata un’attività singolare perchè coinvolgevo i ragazzini in una maniera nuova e insolita affinchè potessero esprimere il loro entusiasmo. Sempre in quest’ambito ho avuto la fortuna di suonare musica popolare con un ragazzo sordo all’interno di un ensemble. Tutto ciò mi ha aiutato a comprendere come la musica vada oltre le orecchie e sia una forza così potente da prevalere sempre.

Parliamo del tuo ultimo lavoro. “(Donne)” come nasce l’idea di focalizzare l’attenzione su questo universo così emblematico?

Nasce cinque anni fa ma non con l’idea di raccontare le donne. Ho iniziato per caso, mi sono perfezionata nella musica dell’Ottocento appassionandomi a questo genere straordinario e contemporaneamente ho scoperto di avere una voce con cui cantare. Quando ho visto il mio repertorio mi sono resa conto di aver focalizzato l’attenzione senza volerlo su storie di donne. Non a caso il titolo del cd è tra parentesi proprio perchè sta ad indicare una casualità. Il disco è uscito due mesi fa e ha ricevuto una risposta eccezionale che ha superato di gran lunga le mie aspettative. D’altronde si tratta di un genere non commerciale eppure sta riscuotendo molto successo.

Il disco si presenta molto bello sin dalla grafica. Chi ha curato la copertina?

La copertina è stata realizzata da una ragazza iraniana, un’artista fantastica. Si chiama Hanieh Ghashghaei e insieme a suo marito hanno raggiunto l’Italia con l’intento di studiare la nostra lingua. Io e Marco, il mio compagno, ci siamo prestati affinchè imparassero l’italiano così siamo diventati amici e lei mi ha fatto dono di questo disegno che ho voluto utilizzare per la mia copertina in quanto esprime totalmente il senso del lavoro musicale.

Tra le tue passioni c’è anche il disegno. Nella tua biografia dici che da piccola non hai mai desiderato giocare con le bambole piuttosto hai preferito usare matite e colori per creare eroi immaginari. Questi eroi ti accompagnano ancora oggi? Chi sono? Quali battaglie fronteggiano?

Sì, è vero. Io non ho mai amato giocare con le bambole, le detestavo. Mi sembravano statiche preferivo disegnare. Mia madre mi dice sempre che ho imparato prima a disegnare poi a parlare. Così sin da piccola mi rifugiavo nel mio mondo, una volta appreso lo strumento musicale ho riportato l’immaginazione e la fantasia tra le note delle mie composizioni. 

Chiara insegni da tempo e sei a stretto contatto con i ragazzini. Sappiamo bene quanto la scuola sia fulcro della società. In qualità di docente come ritieni il lavoro scolastico: efficiente o da rinnovare?

Io faccio l’insegnante per vocazione e adoro cogliere quella scintilla che c’è negli occhi dei ragazzini ma la scuola italiana è incapace di mantenere acceso questo entusiasmo. Pur essendo stata fortunata perchè ho sempre lavorato in piccoli paesi dove si creavano situazioni di lavoro piacevoli devo riconoscere che la scuola di oggi non insegna l’arte, non invoglia gli studenti a fantasticare, a pensare con la propria testa. E’ una scuola da rinnovare.

Tu sei appassionata anche di musica antica. Come si è sviluppato questo interesse e cosa esprime un genere di nicchia come questo?

La mia passione nasce anni fa in quanto mi è sempre piaciuto conoscere, studiare, approfondire le mie conoscenze così mi sono appassionata ad un mondo antico particolarmente e suggestivo. Diciamo che in (Donne) ho cercato di proporre proprio questa mia passione tentando di riportare al presente qualcosa di antico. Io racconto delle storie che sono senza tempo. 

Se dovessi paragonarti a uno strumento musicale quale ti assomiglierebbe in suono, intensità, ecc.?

Sarebbe facile dire la chitarra ma non è così in realtà mi associo tanto al violoncello perchè ha un suono molto profondo.

La musica è un linguaggio universale come l’arte in genere, una lingua che unisce i popoli del mondo ma la realtà ci dimostra come questo sia un’utopia. Quando suoni cosa intendi esprimere all’ascoltatore?

Quando suono intendo far capire come tutti noi siamo sullo stesso piano, siamo cioè un insieme di persone che si ritrova intorno alla musica e che grazie ad essa possono esprimere il proprio essere.

Come definiresti il tuo territorio sotto l’aspetto culturale? Offre opportunità interessanti per esprimere la propria arte o ha bisogno di avere uno sguardo più ampio tale da accogliere e ricevere tutta la bellezza musicale che può confluire?

Diciamo che tanto si è fatto. C’è molta apertura ma ci sono anche tante nicchie. Devo però riconoscere che spesso si creano dei buoni rapporti con gli altri artisti e mi ritengo orgogliosa per aver esordito con l’etichetta Dodicilune, una casa discografica con esperienza decennale che ha pubblicato grandissimi nomi.

Progetti futuri?

Sto già pensando al prossimo disco perchè in (Donne) ho dovuto fare una minuziosa selezione di brani ma ce ne sono tanti altri che meritano la stessa attenzione di quelli presenti nel cd.

Hai mai pensato di allegare al disco un libro?

Sì, c’è stata questa idea però mi sono fermata ma non è escluso che possa farlo in futuro. 

Salutiamo Chiara augurandole di proseguire con lo stesso entusiasmo e di non smarrire mai quella spiccata curiosità che le ha permesso di realizzare piccoli scrigni di meraviglia dei quali anche noi ascoltatori possiamo beneficiarne.

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