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[Com. stampa] Incontro di riflessione sulla poesia e l’infanzia con Bruno Tognolini.

STRINGERE L’ACQUA
“Etica pelètica pelem‑pem‑pètica” e poetica profetica puerile.

Così disse una bambina alla madre che un giorno riempiva bottiglie: “Ho capito a cosa serve l’imbuto: a stringere l’acqua”. La filastrocca è l’infanzia segreta della poesia, l’arbusto che sopravvive nei cerchi del tronco, il piccolo me che vive dentro me. Dagli arcaici scongiuri contro i mali agli spot della Apple, dalle rime di giochi e conte fiammeggianti nei vernacoli infantili alla Divina Commedia in rap, dagli slogan degli ultrà alle giaculatorie delle chiese: c’è una nenia che sussurra ininterrotta nel sistema limbico della nostra cultura e nel suono dei giorni. Il senso è sempre quello: stringere l’acqua, liquido incompressibile. Distillare l’invincibile complessità del mondo in piccole gocce, commisurate alle orecchie piccole dei bambini, dei tifosi, dei fedeli, dei consumatori, dei lettori di poesia, degli adulti evoluti che noi siamo.

Martedì 9 Luglio, ore 18:30, nel giardino di Via Lopez (centro storico, nei pressi della cattedrale) a Otranto, per la rassegna “Abitare poeticamente il mondo” organizzata da AnimaMundi, libreria e casa editrice, in collaborazione con il gruppo civico culturale de La scatola di latta.

È NECESSARIA la prenotazione tramite email: chiara.romano96.cr@gmail.com o messaggio whatsapp al: 3381745339 .specificando numero di persone e nome. Partecipazione con contributo libero a sostegno delle attività della libreria.

PRELUDIO all’incontro con Bruno Tognolini. Domenica 7 Luglio dalle ore 18:30 alle 20.00 c/o la libreria AnimaMundi (via San Francesco di Paola, 15) Paola Bisconti e Renato Grilli animeranno un gruppo di lettura, rivolto a bambini, ragazzi e adulti prendendo spunto dai libri dell’autore come preparazione all’incontro del 9 luglio.

Bruno Tognolini è nato a Cagliari nel 1951. Da bambino, gli piaceva leggere e costruirsi i giocattoli con legnetti, chiodini e spago. Ha cominciato a scrivere quando ha capito, da lettore, che le storie erano come quei giocattoli: poteva costruirsele da sé. E così è diventato scrittore per bambini, a quarant’anni, ma neanche lui sa bene perché: per caso, per raccontare storie alla figlioletta Angela, ora trentenne, perché poteva scrivere in rima, chissà per che altro. Fatto sta che ha scritto, e tanto. Ha scritto libri, testi per “L’Albero Azzurro” e per “La Melevisione”, teatro, canzoni e videogiochi. Ha scritto oltre mille e trecento filastrocche (e affini). Ha vinto due volte il Premio Andersen, il suo romanzo IL GIARDINO DEI MUSI ETERNI è stato Libro dell’Anno di Fahrenheit a Radio Tre (prima e unica volta di un libro per ragazzi) e finalista del Premio Strega Ragazzi. Di tutti questi onori certamente è contento: però è ancora lì chino sui suoi legnetti e spaghi di parole, perché la storia e la poesia più bella, ne è convinto, la deve ancora costruire.

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