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“Il Guerriero di Legno” di Lorenza Farina con le illustrazioni di Manuela Simoncelli pubblicato dall’Editrice Paoline è uno splendido albo illustrato narrato con rara grazia stilistica.

Vincitore nel 2009 nella sezione Racconti inediti per l’Infanzia del Concorso Letterario Nazionale “Il gusto del racconto”, il libro dato alle stampe recentemente regala ai lettori lo stupore e la meraviglia di un viaggio unico e sensazionale.

Sin dalle prime pagine colorate con tonalità tenui e soffici, ci si addentra nella Foresta di Parole dove vive “un albero dalla rigogliosa chioma verde smeraldo”. Un intrico di rami sormontati da una nuvola di foglie si infittisce sulla cima dell’albero, protagonista di una storia delicata e commovente.

La raffinatezza creata dall’alchimia tra testo e immagini cattura l’attenzione così seguendo le parole scelte con dovizia si scopre una narrazione sublime dove la prosa si confonde con la poesia.

Fiero e impavido è il Guerriero di Legno, l’albero contastorie, conosciuto e apprezzato da tutti gli abitanti del luogo per la sua bravura nell’inventare dei racconti incredibili, di tutti i generi; in grado di soddisfare le esigenze di quanti a lui si rivolgono trepidanti di immergersi in avventure strabilianti, fantasie che sembra desiderino “uscire per prime da quell’intrico di rami e fronde”.

Immagini raffiguranti alberi animati popolano il testo, sguardi complici tra il contastorie e il suo uditorio, sorrisi sereni e libri aperti colmano le pagine dell’albo.

Piante e animali non resistono all’incanto di lasciarsi cullare dai racconti del Guerriero di Legno, impavido narratore di storie, così non c’è giorno in cui Gufo Occhigialli, Scoiattolo Codafolta, Corvo Pennanera e perfino Arcobaleno con Luna Piena, Sole Cocente e Vento Ventoso non perdono occasione per prestare orecchio all’incantesimo che l’albero sa creare donando miriadi di parole che fluttuanti nella foresta si posano adagio nei cuori degli abitanti del posto.

“Soffiarono i venti sulle stagioni e sugli anni. Il Guerriero di Legno diventò vecchio, il tronco rugoso, le radici rattrappite, la chioma rada. Estate assolata finì. Autunno Nebbioso se ne andò lasciando dietro di sé il suo strascico di foglie. Inverno Gelido si affacciò all’orizzonte con raffiche taglienti di tramontana che soffiarono inesorabili, spazzando via le foglie, scuotendo i rami, sradicando gli arbusti più teneri”

In quel triste inverno avvenne qualcosa di terribile, qualcosa che cambiò profondamente la vita di Guerriero di Legno tanto da farlo sentire come una pianta senza radici eppure il “Tenebroso silenzio che lo scuoteva fin nel profondo” fu colmato dal dono degli amici che per una vita intera avevano beneficiato della gentilezza e cordialità dell’albero.

Il vuoto che aveva spezzato via i ricordi, le parole, la fantasia dell’albero venne gremito dall’affetto sincero di quanti fecero sbocciare una nuova “primavera delle parole” dove perfino gli alberi più giovani consolarono Guerriero di Legno dal torpore che lo caratterizzava.

Ancora una volta Lorenza Farina conferma di essere un’attenta e competente autrice di testi per ragazzi affrontando delle tematiche ostiche con un linguaggio che parte dal cuore con la forza di un sibilo che non teme i venti della tempesta e approda dove sa, nello scrigno dei sentimenti certo che neppure l’amnesia possa cancellare le emozioni.

La simbologia da lei utilizzata quindi l’importanza di ricorrere agli elementi della natura, la metafora dell’albero senza radici, le allegorie che arricchiscono il testo come le foglie che cadono rappresentando la perdita della memoria sono frutto di una profonda sensibilità.

“Il Guerriero di Legno” ha il merito di spiegare con un linguaggio nuovo, la complessità di una malattia come l’Alzheimer, aiuta a decifrare cosa avviene alla persona che ne soffre e di come l’incapacità di riconoscere i propri cari siano le conseguenze di una patologia che mette a dura prova anche chi ha il compito di sostenere i “Guerrieri di Legno”.

La valorizzazione del legame intergenerazionale, l’importanza di far sentire gli anziani parte attiva della società e l’esaltazione del racconto quindi della parola come ponte tra più soggetti sono ulteriori aspetti che rendono prezioso il lavoro editoriale.

 

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