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Ispirandosi ad una fiaba di Hans Christian Andersen, Elena Ceccato ha illustrato “L’usignolo”, un incantevole albo pubblicato nella collana “Di fiaba in fiaba” per le edizioni Carthusia.

La storia conduce il lettore in Cina dove un imperatore viveva nel regno più bello al mondo, uno splendore tale che da ogni parte del pianeta giungevano continuamente visitatori per ammirarlo.

La vera straordinarietà di quel magnifico regno era un usignolo. Un piccolo uccello il cui canto era il più soave mai ascoltato.

Accadde che un giorno l’imperatore volle che l’usignolo fosse portato a palazzo, perchè si esibisse davanti alla sua corte.

I sudditi lo cercarono ovunque per poi trovarlo tra i rami di un bosco grazie all’aiuto di un’umile domestica che da lì lo sentiva cantare tutte le sere.

Quando il prodigioso uccello giunse a corte ricevette un’accoglienza eccezionale. La sua esibizione lasciò tutti sbalorditi perfino l’imperatore che si commosse fino alle lacrime.

All’usignolo fu costruita una gabbia d’oro perchè rimanesse a corte finchè un giorno l’imperatore del Giappone fece recapitare un dono all’imperatore della Cina: un usignolo meccanico ricoperto di diamanti, rubini e zaffiri.

I due usignoli avrebbero cantato insieme ma dopo l’esibizione dell’uccellino meccanico non si trovò più l’usignolo vero, era volato via, si era dileguato misteriosamente. Distolti dal prezioso balocco tutti si dimenticarono del prodigioso uccellino finchè un giorno dopo molti anni quando l’imperatore si ammalò un canto arrivò dalla finestra.

La magnanimità dell’usignolo dimostra di essere la sua vera virtù. L’uccellino perdona anche colui che lo ha privato della propria libertà e lo ha fatto competere con una creatura meccanica. La bontà del suo cuore sembra in grado di guarire la cupidigia dell’essere umano infondendo nell’animo altrui quella grazia che si manifesta nel leggiadro canto ammaliando.

La raffinatezza delle illustrazioni impreziosisce un testo già di per sè molto raffinato. La poesia che emerge dalle immagini e dalle tonalità di colore rende il volume un’opera d’arte, una delle più pregiate.

I paesaggi verdi, rigogliosi, la natura palpitante, i mandorli in fiore, il glicine e altri alberi di frutto saziano la vista del lettore. Prodigiosa è la luce che filtra dalle pagine quasi fossero animate di vita propria. La sapienza impiegata dall’illustratrice emerge nei dettagli, nelle minuzie di un lavoro certosino che si palesa abbagliando chiunque si accinge alla lettura del libro.

 

 

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