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La prima edizione risulta essere del 2014 a cura di Editions Sarbacane, ma grazie alla casa editrice Uovonero  anche in Italia è giunta di recente una pregiatissima pubblicazione editoriale: “La chitarra di Django” volume scritto da Fabrizio Silei e illustrato da Alfred.

Il testo narra la storia del mitico musicista Django Reinhardt e di come il suo straordinario talento e la sua incredibile forza d’animo gli abbiano permesso di affrontare eccezionali sfide come quella di continuare a suonare la chitarra pur avendo perso l’uso di due dita della mano sinistra.

La voce narrante è quella della chitarra, l’amica fedele di Django, che racconta le origini gitane del chitarrista e ci trasporta nell’affascinante contesto della Parigi degli anni ’30.

Nella magica atmosfera dei night club animati di vita, nei caffè dove le dame desiderano danzare, nei locali dove i pittori si incontrano sognando il successo e i musicisti danno il ritmo ad una vita frenetica e mondana emerge un personaggio affascinante che incanta tutti con il suo banjo.

La poetica leggerezza con la quale l’autore, Premio Andersen 2014, presenta la vicenda di Django cattura il lettore in un turbinio di emozioni. Dalle pagine emerge l’euforia, la suspence, la commozione, la gioia di un’esistenza del tutto sui generis.

Il racconto ha inizio con il suono delle dattilografe, del metrò e delle serrande che si chiudono. Le onomatopee creano suggestioni avvolgenti tanto quanto le ampie tavole che ricreano gli ambienti di un contesto frizzante e vivace illustrate da Lionel Papagalli in arte Alfred, fumettista francese, insignito del premio Fauve d’or al Festival d’Angouleme nel 2014 per il miglior albo.

Nelle prime pagine si coglie l’attesa da parte di un pubblico trepidante di assistere all’esibizione di Django ma ci si accorge che il musicista è rimasto vittima di un grave incendio scoppiato nella roulotte dove lui vive.

Salvato in extremis l’artista con il corpo in parte ustionato si ritrova nello sconforto scaturito dalla consapevolezza di non riuscire più a suonare. Tuttavia nella solitudine dell’ospedale quando sembra che la sua brillante carriera sia finita ecco che gli amici gli regalano una chitarra, più leggera rispetto al banjo, e Django inizia a suonarla sviluppando una strabiliante tecnica lontana dai metodi accademici creando una commistione fra swing e tradizione gipsy.

Sembra che le mani di Django volino sulle corde della chitarra e il suono che ne produce ammalia chiunque lo ascolti.

“E ci fu una musica nuova come non s’era mai udita, un altro jazz che vennero a sentire da lontano”.

Django ritorna sulla scena e la sua storia di riscatto viene conosciuta in tutto il mondo insieme alla sua musica, il suo estro, la sua genialità. Il suo nome varca l’oceano e quella che sembra essere una leggenda oggi ci viene riconsegnata sotto forma di racconto magistralmente scritto in un albo che sembra sonoro per le suggestioni stilistiche impiegate da Silei e per le immagini particolarmente raffinate.

Il binomio testo e illustrazioni crea un’alchimia perfetta tale da rendere il volume accattivante, con uno stile fresco e musicale, ricco di descrizioni e dialoghi audaci e coinvolgenti.

È una lettura preziosa quella de “La chitarra di Django” che diverte e commuove, che dona allegria e spunti di riflessione, che omaggia un grande artista ma soprattutto esalta la volontà di quanti non si arrendono di fronte ai propri limiti e li sanno tramutare in talentuosi virtuosismi.

 

 

 

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