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Il dialogo, la cooperazione, l’importanza delle parole, il potere di mediazione, la risoluzione pacifica di un conflitto sono alcuni dei molteplici argomenti inerenti a uno dei racconti di Leo Lionni.

Quelle elencate sono delle caratteristiche comuni a tutti i lavori editoriali di un autore intramontabile le cui pubblicazioni rappresentano un caposaldo della letteratura per l’infanzia.

“Sei corvi” scritto nel 1988 e comparso per la prima volta in Italia grazie a Babalibri con la traduzione di Cristina Brambilla si presenta come un meraviglioso albo illustrato.

I personaggi di questa storia sono un contadino con un bel turbante in testa, un gruppo di corvi chiassosi e una civetta saggia. Poi ci sono anche due spaventapasseri che sembrano avere un’anima. Siamo sulle colline Balabadur dove la terra è fertile e un rigoglioso campo di grano dondola spinto dalle dolci folate di vento.

Attirati da questa distesa biondeggiante sono i sei uccelli neri che istintivamente vanno a beccare sulla gran quantità di semi sparsi sul terreno ignari che la loro scorpacciata possa privare di un buon raccolto il contadino che a sua volta irato da tale privazione escogita l’invenzione di uno spaventapasseri.

L’idea inizialmente sembra funzionare ma ecco che per tutta risposta i corvi radunano foglie, corteccia e rametti per creare un uccello ancor più grande di tutti loro messi insieme. Come fosse un aquilone i corvi lo fanno librare nell’aria spaventando il contadino che al riparo della sua casa escogita un nuovo piano al quale a sua volta seguirà una risposta da parte dello stormo dei volatili neri finchè giunge una simpatica civetta che dall’alto dell’albero dove è accomodata osserva questa sfida interminabile.

Sarà proprio lei a proporre una tregua, a suggerire una soluzione rapida, facile, immediata ma soprattutto pacifica perché “le parole possono fare le magie”.

Se poi le parole come quelle di Lionni sono associate alle illustrazioni da lui stesso realizzate è immediato raggiungere l’obiettivo. Ogni giorno si combatte una guerra, piccola o grande che sia, non lasciamo che la violenza prevalga sulla riflessione, sull’equilibrio che ciascuno di noi può raggiungere.

Impariamo dalla civetta, ripartiamo dalle belle letture, lasciamo che i libri come quelli di Leo Lionni ci rammendino le buone maniere, la capacità di chiedere scusa e di perdonare.

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