Categories:

“Bruno. Il bambino che imparò a volare” scritto da Nadia Terranova e illustrato da Ofra Amiti racconta la storia di Bruno Schulz, scrittore e pittore nato in Galizia, traduttore delle opere di Kafka in polacco, nel 1941 viene relegato in un ghetto e sapendo parlare bene il tedesco lavora per un ufficiale delle Schutzstaffel, Felix Landau, ma il 19 novembre del 1942 viene ucciso per strada da un ufficiale della Gestapo.

Bruno era un bambino particolarmente sensibile e fantasioso. Doti che acquisì dal padre Jakob, un uomo estroso, originale, bizzarro maestro di vita che nello spazio della sua bottega dal parquet color cannella divertiva il figlio simulando poetiche trasformazioni come quella in cui lui diventa un uccello dalle mille piume colorate che vola via ma Jakob era stato anche

“un libro segreto,

uno scarafaggio chiazzato,

uno scampolo di stoffa ricamata,

un fiore assolato”.

Ma quando poi scompare per sempre a causa di una guerra spietata e ingiusta, Bruno colma quel vuoto ricorrendo alle parole e ai disegni.

“Frugò e frugò dentro la testa finchè trovò quello che gli serviva: una matita.

Sparsi sul pavimento rimasero molti ricordi e qualche foglio bianco.

La figura di Jakob prese forma di disegno e parola”. 

In un’armonia visiva e narrativa il lettore di questo prezioso albo illustrato pubblicato dalla casa editrice Orecchio Acerbo può conoscere un personaggio simbolo delle persecuzioni della Seconda Guerra Mondiale che malgrado tutto non ha perso la speranza, la capacità di sognare e il desiderio di volare. L’eleganza dei disegni e la poesia dei testi rende questo volume uno scrigno di pregiato valore che suggestiona e commuove.

L’autrice, Nadia Terranova, studiosa di Bruno Schulz, con struggente dolcezza ha saputo immaginare e raccontare attraverso le splendide tavole di Ofra Amit l’infanzia di un fanciullo che grazie all’esempio del padre ha avuto la straordinaria capacità di mutare il dolore, la solitudine, la malinconia, la paura, l’amarezza nel sentirsi deriso dagli altri perché aveva una grande testa così come l’assurda e inaccettabile “vergogna” nell’essere ebreo in vitalità artistica e in una genialità impareggiabile. La scrittura e la pittura hanno consentito a Bruno Schulz di salvare la sua dignità e quella di tutti coloro che hanno subito imperdonabili ingiustizie.

Leggere il libro e altri testi che affrontano il tema relativo a una delle pagine di storia più cruente del nostro secolo è un dovere, un atto dovuto e necessario. La delicatezza di questo racconto fa vibrare le parole come uno dei voli di Bruno.

 

 

 

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *