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“Di becco in becco” di Alice Keller e i disegni di Veronica Truttero edito da Sinnos è un libro dove a predominare è l’euforia, il divertimento, l’ironia. Leggendolo sarà impossibile trattenere il sorriso perché dietro a questo racconto denso di sarcasmo si rivelano delle grandi verità.

In una valle ci sono quattro pollai: il pollaio della Cuccagna, il pollaio dei Saltafossi, il pollaio degli Smargiassi e quello di Montecalvo. In ciascuno di esso ci sono le galline che vanno a letto presto per dare la sveglia al mattino con puntualità.

Una notte però accade che alla gallina numero 133 le cade una piuma e ammirandosi allo specchio si compiace della sua bellezza sperando in cuor suo di piacere al gallo. Mentre la gallina Bianchina ragiona fra sé e sé ecco che Nerella, la gallina numero 134, ascolta tutto e scandalizzata del pavoneggiarsi dell’amica non ci pensa due volte a spargere la voce fra le galline di tutti e quattro i pollai dicendo che Bianchina sta togliendosi le piume per attirare l’attenzione del gallo.

Tutte si destano e coloro che credono di essere più belle di Bianchina come Piumina, Piumosa, Mezzacoda, Piumetta, Grandiuova, Lunghezampe, Beccostorto iniziano a non vederci più dalla gelosia.

Il gallo sentendo tutto quel gran frastuono si sveglia a causa di quel passaparola che aveva trasformato la semplice e innocua notizia in una terribile. Si diceva infatti che le galline avevano iniziato a staccarsi talmente tante di quelle piume da essere morte per congelamento.

La Valle da tranquilla e ordinata che era diventò animata e irrequieta. Non solo le galline ma anche la civetta, il gufo, i piccioni, il pipistrello erano in visibilio a causa di un pettegolezzo che andò ad occupare niente di meno che la prima pagina de “La Gazzetta della Valle”, il giornale dei pollai.

Il giallo della notte trascorsa nei quattro recinti anima la storia narrata in undici capitoli di un delizioso libricino in grado di suscitare divertimento e non poca riflessione.

La parodia delle galline è una metafora di quanto si verifica tra i banchi di scuola, nei contesti lavorativi, nei quartieri di paesi e città dove basta un nonnulla per creare un gran cataclisma.

Tramutare una semplice notizia condendola di dettagli poco veritieri, facendo scalpore ed enfatizzando una situazione è abitudine diffusa tra gli esseri umani audaci nel diffondere o meglio stravolgere le informazioni proprio come le protagoniste di questo racconto… “Di becco in becco”.

 

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