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“E alla fine c’è la vita” di Davide Rossi pubblicato da Apollo Edizioni nella collana “Uno, due, tre… ciack!” è un romanzo che narra le vicende di quattro ragazzi: Marco, Marianna, Mario e Marika le cui esistenze si intrecciano nel periodo degli studi all’università ma anche nelle notti senza freni vissute a Pavia, città natale del giovane autore. In un turbinio di droga, alcool e sesso sono avvolte le vite dei protagonisti.

Appassionato di cinema e scrittura, Davide Rossi esordisce nel panorama letterario facendo convergere i due interessi in un lavoro particolarmente interessante per la capacità espressa di entrare nel torbido di un quotidiano fatto di eccessi e trasgressione.

Vite sprecate, esistenze al limite, fragilità e paure caratterizzano i percorsi di Marianna che si concede senza pudore ai ragazzi, insegue le mode e vive di apparenze ingannevoli; di Mario che frequenta l’ateneo da pendolare e conduce un quotidiano apparentemente sereno; di Marco che ha litigato con Mario per aver frequentato Marianna; di Marika, una ragazza spagnola, arrivata a Pavia grazie ad un progetto Erasmus che per dimenticare la delusione di una storia d’amore finita male intraprende un viaggio nei party dove l’esagerazione non ha limite.

Marco fa uso di vari tipi di droghe alterando il suo stato psicofisico; il corpo di Mario cede a causa dagli eccessi; Marianna è sempre più incontenibile; Marika cade nelle braccia di un professore universitario.

Il raggiungimento dell’abisso tuttavia spingerà ciascuno di loro a riemergere, obbligandoli a prendere delle decisioni drastiche ma indispensabile per rialzarsi.

Definito dallo stesso autore un romanzo pop, “E alla fine c’è la vita” si presenta come un testo toccante, che poggia le basi su una struttura narrativa accattivante e da uno stile ritmato che non dà tregua, sembra non lasciare spazio alla speranza di un riscatto finchè i cinque studenti riusciranno a salvarsi da loro stessi, dalle proprie ossessioni, dai vizi, dall’oscurità nata dall’assenza del coraggio di crescere.

Disillusi e frustrati i personaggi del libro tentano di colmare i loro vuoti con palliativi momentanei che sembrano distruggere ogni aspettativa di futuro come se questo non esistesse per poi accorgersi che il senso sta tutto lì… che alla fine c’è la vita ad aspettarli.

 

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