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“Le streghe di Atripalda. Racconti di sport” di Teodoro Lorenzo pubblicato da Edizioni Bradipolibri è una raccolta di racconti dedicati allo sport. Sono quattordici le discipline messe al centro di ogni scritto (go-kart, tiro col fucile, lotta greco-romana, bicicletta, lancio del disco, tiro con l’arco, canoa, golf, pallavolo, vela, judo, atletica, hockey, pugilato) affinchè il libro nel suo complesso possa esprimere in maniera più completa un’idea della cultura sportiva.

All’autore non interessa stilare tabelle, classifiche, primati ma intende accompagnare i lettori anche quelli più distanti dall’universo sportivo alle passioni e ai sentimenti che la pratica di un’attività può suscitare cogliendo l’aspetto più poetico che ogni sport contiene in sé.

La scelta di dedicare ogni racconto ad una precisa disciplina è un modo per dare vita a dei personaggi molto differenti tra loro come adolescenti, ragazzi immaturi, bambini, uomini attempati, delinquenti e altri ancori tutti accomunati non solo dalla passione verso uno sport ma dalla capacità di ricorrere all’attività sportiva come strumento per conoscersi e superare i propri limiti e fragilità.

Lo sport altro non è che una metafora della vita e della sua complessità. La grande abilità stilistica dell’autore è tale da rendere piacevolissima la lettura di un testo che risulta essere particolarmente intenso, ricco di riflessioni profonde che consentono di addentrarsi in un volume interessante a tratti sorprendente.

“La freccia deve staccarsi da sola; come il petalo dal fiore, come il frutto maturo dall’albero, come la neve che cade da una foglia, delicatamente, senza sforzo, ed esattamente in quel momento, né prima né dopo. E non occorre la volontà di tirare perché tutto avviene senza intenzione, nel momento stesso in cui la tensione ha naturalmente toccato il suo limite. L’io a quel punto si è annullato per diventare puro spirito, energia primigenia concentrata su quella corda tesa”. (La mela d’argento)

O ancora:

“Gli occhi sorridenti le scesero un’ultima volta sul disco, lo sistemò nella sua mano con una delicata carezza, bilanciò le gambe, inarcò la schiena e lanciò: con un urlo di gioia, di liberazione. Lanciò la luna verso il sole, lanciò la luna contro il sole. […] Silvia non riusciva a vedere il suo disco perché quei feroci raggi di luce entravano implacabilmente nei suoi occhi ma sapeva con il cuore che stava volando, volando alto. Così alto che a un certo punto, per un solo, meraviglioso, magico istante le sembrò di vederlo davanti al sole. In una eclissi finalmente sua”. (La lanciatrice della luna)

Nella raccolta, avvincente ed entusiasmante, conosciamo: Demetrio che adora guidare i kart, ama la velocità e l’ebbrezza del rischio ma un brutto incidente lo costringe a fermarsi a riflettere sul vero senso del coraggio; l’istruttore della lotta greco romana è intento ad allenare la squadra azzurra quando un tradimento inaspettato lo mette a dura prova; il ciclista Sebastiano vuole emulare il campione Fausto Coppi ma la sua condizione economica non gli consente di avere una bici adatta alle competizioni alle quali ambiva; la professoressa Elvira Giuliani che subisce una violenza; Vladimir che si appassiona alla politica come il padre ferroviere, un convinto comunista, per poi pentirsi della sua scelta e altri ancora si alternano nelle pagine del libro.

Teodoro Lorenzo in “Le streghe di Atripalda” compie un prodigioso esercizio di stile dimostrando di possedere la tenacia che caratterizza ogni sportivo palesata nell’accurato lavoro letterario e la sensibilità di uno scrittore in grado di scorgere la straordinaria bellezza che si cela dietro ad un’attività fisica e a come spesso questa possa rivelarsi consolatoria, lenitiva, incoraggiante tanto quanto la lettura di un buon libro come quello da lui vergato.

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