In seguito alla pubblicazione del volume “Sulle strade dei libri” Ed. Esperidi nel quale riporto tra i vari argomenti anche due indagini sulle biblioteche scolastiche e sui librai indipendenti ho deciso di proseguire in questo percorso. È fondamentale infatti conoscere e presentarvi altri professionisti che fanno parte della filiera del libro. Non solo bibliotecari e librai quindi ma anche editori, anch’essi indipendenti.

Il nuovo viaggio mi ha visto nuovamente in cammino sulle strade dei libri partendo dalla storica casa editrice Manni.

Lunedì 17 aprile ho incontrato nella sede di San Cesario di Lecce Agnese Manni e Giancarlo Greco e con loro ho conversato partendo dagli albori dell’attività editoriale e riflettuto su alcuni aspetti riguardo il mestiere dell’editore.

“La casa editrice è nata nel 1984 da due insegnanti, mio padre e mia madre, Piero Manni e Anna Grazia D’Oria, che avevano una particolare passione per la letteratura ma anche per gli aspetti più commerciali del settore infatti mio padre lavorava da Milella (un’altra storica casa editrice salentina) che già all’epoca era molto attiva soprattutto nell’ambito universitario” mi racconta Agnese. “I miei genitori insieme ad Antonio Verri (romanziere e poeta) hanno dato vita a una rivista che inizialmente si chiamava “Il pensionante dei Saraceni” poi divenuta “L’immaginazione” e attorno a questa rivista hanno iniziato a ruotare diverse figure di intellettuali che lavorano sia nel territorio salentino che fuori dai confini regionali”.

Pian piano questa attività si è ampliata tanto da far convincere Piero e Anna Grazia a fondare una casa editrice e sin da subito i nomi di spicco del panorama culturale italiano hanno deciso di pubblicare i loro lavori con Manni Editore.

“Ricordi il titolo del primo libro?” chiedo con curiosità ad Agnese.

“Segni di poesia Lingua di pace” di Edoardo Cacciatore” mi dice senza esitazione “E qui ci sono poesie dedicate alla pace di Sanguineti, Giuliani, Pagliarani, Malerba, Zanzotto, ecc. L’antologia ebbe un buon riscontro anche perché in quell’epoca la gran parte degli editori si occupava del territorio mentre noi abbiamo sin da subito guardato un po’ oltre per timore di non rinchiuderci in un ambiente esclusivamente salentino o pugliese”.

Dal passato giungiamo al presente e nel momento in cui chiedo “Cosa è cambiato nel corso di questi anni?” mi accorgo che la risposta non si differenzia da quella ricevuta dai librai così come dai bibliotecari nelle precedenti indagini.

“Il numero dei lettori è calato, le grosse fette dei lettori si concentrano su uno o due titoli all’anno e si tratta di titoli commerciali. Questo inevitabilmente ha ripercussioni sull’editoria nazionale che deve avere un ritorno economico altrimenti non si sopravvive. In Italia esistono tre grandi gruppi editoriali che occupano l’80% del settore e questo compromette il mercato che risulta essere polarizzato pertanto occorre avere una maggiore attenzione alla propria identità per fare un’impresa culturale valida.

Bisogna avere una propria immagine, creare la nostra identità.

Attualmente siamo tornati alle origini della casa editrice privilegiando la poesia e la narrativa di qualità, ponendo maggiore attenzione alla saggistica con temi di attualità e indagini sociali.  Si tratta di un compito difficile ma è questa la missione dell’editore”.

Osservo, ascolto, rifletto e avverto da questo incontro una forza resistente all’appiattimento culturale della società; apprezzo il coraggio nel voler offrire il meglio ai lettori; noto l’ostinata convinzione di credere nel valore etico di un mestiere utile, necessario, fondamentale.

 

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