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I libri per bambini non dovrebbero solo istruire ma anche divertire. “L’Università di Tuttomio” di Fabrizio Silei svolge entrambe le funzioni. Irriverente e sarcastico è il testo edito da Il Castoro arricchito dalle illustrazioni di Adriano Gon e scritto da un autore che sembra essere il degno erede di Roald Dahl.

Fabrizio Silei ha dato vita a una storia incredibile dove tutto sembra essere sovvertito e la scala dei valori è ribaltata. I Signori Smirth conducono una vita basata sul desiderio costante di accumulare beni e denaro in grandi quantità. Avidi e bramosi di ricchezze i due innamorati soprattutto di se stessi decidono di dare una svolta alla loro vita. Nessuno slancio d’affetto per carità… tra di loro sembra non esistere alcun tipo di sentimento che non sia la cupidigia e l’ingordigia tuttavia accade qualcosa che cambierà radicalmente le loro esistenze.

I Signori Smirth mettono al mondo una tenera creatura, un bambino piccolo ed esile che dal basso della sua statura e da una mente tanto arguta quanto ingenua ci insegna a sopravvivere in una società così avida ma soprattutto a cambiarla.

Primo non ha poteri magici. E’ un bambino come tutti gli altri convinto di avere due genitori che lo amano davvero e non una coppia di taccagni che ha procreato solo con lo scopo di lasciare al figlio un ricco patrimonio.

Primo non ha dubbi sul fatto che se è stato cresciuto con la tata “una giovane donna estremamente florida, dall’aria semplice ma sana e con un sorriso buono da far invidia a San Cristoforo” e ha vissuto per anni lontano dai suoi genitori con la famiglia della balia, Enrichetta, era solo perché mamma e papà erano impegnati con il lavoro.

Il fanciullo infatti ha sempre accettato tutte le decisioni prese dai suoi genitori: niente animali in casa, nessuna manifestazione d’affetto, neppure una festa di compleanno.

Primo non ha avuto da ridire perfino quando dopo aver dimostrato un’esagerata bontà e un innato senso dell’onestà è stato spedito come un pacco nell’orribile Università di Tuttomio, la stessa che anni prima aveva accolto il padre perché innamorato della poesia quindi ritenuto un “mollusco altruista” e per questo indegno di portare avanti il nome della famiglia, da sempre dei grandi affaristi.

“Non è propriamente un’università, è piuttosto un collegio esclusivissimo, ”una scuola di vita”, capisci? La chiamano università perché vi si imparano i fondamentali, che vanno imparati da piccoli, ma sono materia da grandi.”

E’ una scuola questa in cui i docenti insegnano agli allievi a diventare furbi, arrivisti, a dimenticare cosa sia il rispetto e la generosità semmai in casa avessero ricevuto qualche esempio. Primo però risponde ai metodi bizzarri, alle regole severissime, alle abitudini inverosimili con una lucidità che sembra una pazzia.

Silei ha dato vita ad un protagonista che non rispecchia nessun canone. E’ un bambino così intelligente e sensibile da non credere che una simile cattiveria come quella di far crescere dei ragazzini con l’unico scopo di arricchirsi sia vera. La sua pura innocenza che non è mai stupida ingenuità si rivela lo strumento più potente ed efficace per scardinare un sistema scolastico e sociale che vede coinvolti genitori e professori.

Strabiliante poi è l’arrivo di una nuova professoressa, ignara del metodo scolastico adottato nell’Università di Tuttomio, che come uno spiraglio di luce nel buio fa scoprire ai suoi alunni il potere magico della poesia della quale tutti ne rimangono incantati.

“Altro che lettere commerciali e proposte d’affari! C’era qualcosa in quelle parole che lasciava addosso una sensazione strana, una malinconia e una pienezza che stringevano il cuore a tutti, anche ai più piccoli”.

La gioiosa naturalezza dei bambini diventa la chiave di volta per cambiare le sorti di una storia dove a prevalere sono i sentimenti più veri dell’essere umano.

L’autore con un piglio estroso e geniale dona un libro ricco di spunti di riflessione, tutti affrontati con un’ironia spigliata e coinvolgente. La lettura è fluida, piacevolissima. Il finale del racconto sorprende e commuove, fa gioire e meditare perché ci ricorda come sia fondamentale riscoprire l’essenzialità della vita.

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