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Nelle strade come in spiaggia, ma anche centri commerciali e call center: sorgono ovunque le “casette di legno” dove ognuno può prendere o lasciare libri. Intervista a Paola Bisconti, giornalista che, assieme al marito, ha portato nel Sud Italia le buone prassi delle little free libraries statunitensi

Scuole, Comuni, ora anche le aziende: in Puglia è febbre da minibiblioteche. Avete presente le casette in legno del movimento nato negli Stati Uniti little free library, installate ovunque – dall’angolo della strada all’atrio di un ospedale – con all’interno libri che una persona può prendere o portare gratuitamente? Ecco, quelle. “L’eccezionalità pugliese sta nel passaparola: ne abbiamo costruite 23 in un paio d’anni, nei luoghi più imprevisti. L’ultima, inaugurata a dicembre 2015, è all’interno del call center più grande di Lecce (Comdata, più di mille dipendenti)”. A raccontare il boom delle minibiblioteche è la persona che, assieme al marito costruttore di casette, ha trapiantato il fenomeno in Puglia: la giornalista e blogger 31enne Paola Bisconti. “Abbiamo iniziato due anni fa quasi per gioco, nelle strade del paese dove vivo, Cavallino, dove l’amministrazione ce ne ha fatte installare cinque”, spiega, “da subito abbiamo notato l’interesse dei cittadini, che portavano libri e li prendevano, così come degli studenti, che hanno raccolto in breve tempo 200 volumi. Bambini, giovani, anziani: tutti affascinati da uno strumento così semplice e immediato”.

Proprio nell’immediatezza sta la forza delle little free libraries pugliesi, ognuna contenente un massimo di 20 titoli: “in breve tempo ci sono state richieste sulle spiagge (nella foto, l’inauguarazione di quella sul lido di Taranto, con la collaborazione dell’associazione Made in Taranto), negli oratori, poi in un grosso centro commerciale della zona”. Centro commerciale, il luogo più frenetico della vita moderna? “Proprio così, lì come altrove abbiamo notato come le minibiblioteche siano luoghi curati dalla collettività, seppure siano gratuite e senza nessuno a custodirle”, sottolinea Bisconti. Nessun furto o danneggiamento? “A volte mancano dei libri. Ma penso più a dimenticanze che altro. E comunque ce ne arrivano sempre tanti nuovi quindi gli scaffali non rimangono mai sguarniti”.

L’occasione della minibiblioteca al call center è nata “dalla conoscenza diretta di un loro team leader, che ci ha contattato direttamente. Negli ultimi mesi le richieste sono aumentate e penso avverrà sempre di più in vista della bella stagione, quando si vive più fuori casa”. L’esperienza in atto in varie province pugliesi è l’unica di un certo spessore nel Sud Italia, mentre a Nord il movimento è attivo a macchia di leopardo da qualche anno. “Nel giugno 2015 abbiamo aperto una minibiblioteca anche Forcella, quartiere di Napoli, su richiesta di Giovanni Durante, padre di Annalisa, una persona e un padre da stimare molto perché ha deciso di affrontare il dolore dell’uccisione della figlia 14enne (nel 2004, vittima accidentale di una sparatoria tra camorristi) attraverso la diffusione della cultura a ogni livello”. Leggere “è libertà, prima di tutto”, sottolinea la giornalista pugliese, che dall’anno scorso, nel tempo libero, ha ideato un’ulteriore forma di promozione della cultura, il “vagabondaggio letterario: parto con uno zaino pieno di libri per le periferie dei paesi o comunque per le zone dove vedo esserci più bisogno di cultura, e qui mi fermo a parlare con le persone leggendo estratti dei testi”. La reazione? “Stranita, all’inizio. Ma poi la maggior parte delle volte si crea un legame, e capita con persone di tutte le età”, sottolinea Bisconti, “Mi colpisce molto, per esempio, quando vado a leggere di sera per le vie della movida di Corigliano: i ragazzini, spesso annoiati, si fermano ad ascoltare e, al momento dei saluti, non vogliono lasciarmi andare via”.

Articolo tratto da vita.it

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