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Ecco a voi il programma del quinto appuntamento della rassegna Ridare i nomi al silenzio che si svolgerà domenica 10 aprile presso la Tenuta Malcandrino a Monteroni di Lecce.

Alle ore 17,30 presenteremo l’albo illustrato “Il mare è…” di Carla Saracino e Chiara Spinelli (Edizioni Kurumuny)

Ospite Carla Saracino, autrice

L’albo racconta il mare con la confidenza e la familiarità di un punto di vista umano. Attraverso un rapporto di immedesimazione, la scrittura poetica, di Carla Saracino, rimanda a un’immagine sentimentale, del mare. Il mare e l’uomo: parti di un armonico disegno. Nel valore della reciprocità si riflette l’importanza del rispetto e dell’amore verso l’habitat marino. Anche le illustrazioni di Chiara Spinelli raccontano con semplicità mai banale, il rapporto tra umano e mare. Questo primo albo illustrato inaugura la collana “Rosso e Viola” dedicata alla letteratura per l’infanzia

Alle ore 18,30 dialogheremo con Rita Rucco, autrice del testo

“La autenticità del vivere e del poetare in Sylvia Plath e Amelia Rosselli. Breve sguardo sul post-modernismo nella poesia femminile degli anni ’60” (Edizioni Milella)

Il volume si presenta da un lato come un’analisi specialistica per caratteristiche, strumenti, metodologie, molto innovativa nell’approccio ai testi esaminati e alle loro traduzioni, dall’altro come una vera e propria narrazione avvincente, musicale, partecipe, calda, vitaminica, aromatica. Un percorso multidisciplinare e multisensoriale che abbraccia le innovazioni musicali del genio rivoluzionario di John Cage, il pensiero filosofico di Heidegger, gli sperimentalismi delle neoavanguardie letterarie e artistiche, gli azzardi linguistici del Gruppo 63, lo spirito di ribellione della beat generation, le scritture femminili post-moderne degli anni sessanta.

Alle ore 19,30 dialogheremo con Andrea Donaera autore del romanzo Lei che non tocca mai terra (NN Editore)Daniele Mencarelli lo ha descritto con le seguenti parole:«Lontano dai canoni che vorrebbero la letteratura mesta forma d’intrattenimento, Lei che non tocca mai terra di Andrea Donaera entra nelle viscere di un sud arcaico e violento, dove bene e male camminano fianco a fianco e i valori sono spesso ribaltati nella pratica della realtà. Miriam, giovanissima, ha avuto un incidente che l’ha ridotta in coma, su di lei veglia Andrea, suo coetaneo, che cerca di difenderla e di difendersi dalle insidie di familiari e parenti, intrecciati in una serie di relazioni tossiche, tutti malati della stessa malattia: la fine dell’amore, peggiore di ogni morte. Il sud di Donaera è il sud di ogni mondo su questa terra, gotico e bestemmiante, dove tutti, a partire da Dio, si negano all’uomo che brama di essere salvato, da sé stesso e da tutti i falsi profeti. Donaera è un narratore lirico come pochi altri in circolazione e questo suo viaggio risplende di luce propria.»

Alle ore 20,30 dialogheremo con il poeta Vito Adamo che ci presenterà l’ultima raccolta intitolata “In quest’infinito” (Helicon Edizioni).

Le emozioni private di Vito Adamo trovano forma e metrica nella sua nuova silloge di poesie, che le rende collettive con la recente pubblicazione dal titolo “In quest’infinito”. “La sua poesia parla di momenti della vita, di una vita vissuta e sognata vicino al mare – scrive il prefatore –. Il poeta è legato al mare, è un moderno Ulisse, un ‘navigante di questa vita’ contemporaneo che attraversa l’oceano del vissuto e del sognato e anima un nuovo viaggio in cerca della terra promessa, del suo approdo in cerca della serenità, di un silenzio che lo trascina alla felicità”.

Alle ore 21,30 conosceremo il lavoro “Il Cantico dei Cantici per lingua madre” edito da Astràgali Teatro insieme a Fabio Tolledi, Roberta Quarta, Simonetta Rotundo

Il Cantico dei Cantici è uno dei testi più misteriosi e segreti della tradizione sapienziale, presente nella Bibbia ebraica e cristiana, incessante canto d’amore. Un sublime che percorre la riscrittura in neosalentino, centrata essenzialmente sulla forza sonora della lingua. “Ogni anno”, dice Fabio Tolledi, autore della scrittura e regista dello spettacolo, “scompaiono nel mondo oltre 20 lingue madri, una ogni due settimane. Le parole vivono e muoiono come gli esseri naturali e quando una lingua sparisce non si perdono solo i testi ma muore un modo di comprendere la natura, di ragionare, di percepire il mondo, di metterlo in parole, di dire l’amore.

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