Dopo avervi presentato la storica casa editrice Manni oggi è la volta di un’altra realtà editoriale che ha sede nel Salento ma che ha risonanza in tutta Italia. Anch’essa ha un passato storico nobile e interessante.

Stiamo parlando de “I Quaderni del Bardo” di Maurizio Leo, una casa editrice con la rivista annessa che si chiama appunto “Il Bardo” ed è esistente da circa quindici anni nel corso dei quali ha ospitato diverse firme della storia del panorama salentino da Ennio Bonea a Rina Durante così come Donato Valli e Antonio Errico.

All’interno della rivista c’è una sezione dedicata alla poesia che si chiama “Allestimento” e si tratta di un foglio unico fronteretro dove un autore salentino dona i suoi versi.

Ad illustrarmi tutto ciò è Stefano Donno che ho avuto il piacere di incontrare affinchè potessi raccontare della sua attività.

“Ad un certo punto” mi dice Roberto “ ho chiesto a Maurizio Leo di dare vita a un’altra iniziativa parallela a quella da lui avviata che porta sempre il marchio editoriale “I Quaderni del Bardo”. Ho cercato di raggiungere diverse “intellighenzie”, far convogliare molteplici operatività culturali che gratuitamente e spontaneamente dedicano le loro professionalità al progetto della casa editrice. Mi riferisco a Mauro Marino del Fondo Verri di Lecce che si occupa della parte grafica dei testi, a Emanuela Boccassini che gestisce la segreteria organizzativa  e a Raffaele Santoro che organizza gli appuntamenti per la promozione dei libri in giro per il Salento ma i nostri libri sono disponibili anche a Milano o in altre città d’Italia che io raggiungo proprio come il bardo, questa figura del Medioevo che aveva il compito arduo di diffondere le notizie. È fondamentale che la casa editrice sia presente in luoghi diversi da quelli convenzionali”.

Di cosa vi occupate principalmente?

“Abbiamo una collana che si occupa di narrativa, un’altra di saggi e quella dedicata alla poesia che sarà diretta da Laura Gravaglia della casa della poesia di Como ed è merito suo se siamo editori del Festival Europeo della Poesia per il quale edito un’antologia dei poeti europei traducendo poeti contemporanei internazionali che finora non sono stati tradotti in Italia. Poi c’è la collana dedicata al teatro, alle storie portate in scena e a tutti i dettagli relativi a questo mondo così affascinante. Queste pubblicazioni sono dei pamphlet inferiori a cento pagine, hanno tutte lo stesso formato e un linea nitida con un certo impatto elegante e riconoscibile. L’unica che supera le cento pagine si chiama “Salento d’Eccellenza” e prevede la pubblicazione di autori salentini che possono varcare i confini e farsi conoscere fuori dal nostro territorio”.

Trovo molto accurata e meticolosa la presentazione ed è facile essere catapultati in un mondo dove a lavorarci ci sono persone che credono fortemente nel proprio mestiere. In questa conversazione mi viene spontaneo chiedere a Stefano quale sia la sua idea di editoria.

“Il mio sogno è quello di fare un’editoria socialmente condivisa. Ho provato a decontestualizzare i luoghi della lettura e di fruizione e dell’acquisto del libro rispetto alla libreria o alle biblioteche”.

Non resisto alla curiosità di chiedere a Stefano se esiste un autore o un’autrice che rappresenta nel migliore dei modi la casa editrice. La risposta mi sembra molto convincente.

“Sento tutti gli autori rappresentativi della casa editrice perché sono militanti che non sdegnano il fatto di rimboccarsi le maniche”.

Cosa vuol dire per te fare editoria?

“Fare editoria è rendere felici i miei autori, ci vuole metodo e visione altrimenti non si va da nessuna parte”.

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