Si chiamano radiodrammi e hanno un passato affascinante che sembra sia tornato ad ammaliare. I primi esperimenti di adattamenti radiofonici di opere teatrali risalgono al 1924 in Gran Bretagna poi in Francia e ancora in Germania. In Italia furono trasmessi nel 1927 e oggi i radiodrammi ritornano in voga.

Si tratta della registrazione generalmente breve di testi teatrali la cui voce è registrata su un file riprodotto in radio o sul web offrendo visioni immaginarie agli ascoltatori. E’ un po’ come accade con i libri ma in questo caso voce, suoni e rumori riproducono ciò che accade durante uno sceneggiato.

A Seclì, piccolo comune salentino, un gruppo di giovani ha voluto ricorrere al radiodramma, una traccia audio digitale, per narrare il proprio territorio. Il risultato è spettacolare e sta suscitando interesse ed entusiasmo in molti.

Ideatore del progetto è Giorgio Colopi, psicoterapeuta e attore, che in collaborazione con i fondatori della felice realtà Laboratorio Urbano Nuove Armonie e Itaca Onlus di Galatone, due spazi di innovazione socio culturale, hanno realizzato dei radiodrammi coinvolgendo le radio locali e quelle sul web andando così a scoprire qualcosa che appartiene al passato.

“Ho pensato potesse essere interessante creare una serie di laboratori concatenati fra di loro. Così il laboratorio di scrittura creativa è propedeutico a quello teatrale e di montaggio” racconta Giorgio che ho avuto il piacere di intervistare per conoscere maggiori dettagli in merito all’iniziativa che ha visto il coinvolgimento e la partecipazione di numerose persone.

“Abbiamo lavorato sulle emozioni, sul creare una squadra e sviluppare un processo di consapevolezza” aggiunge l’esperto. “Ho due grandi passioni: la psicoterapia e il teatro che svolgo entrambi da 15 anni cercando di trovare dei punti di incontro tra l’una e l’altra. Lo psicodramma, ad esempio, è una forma di psicoterapia in cui invece di raccontare un sogno o un ricordo lo si mette in scena. Tutto ciò consente di sviluppare inizialmente la consapevolezza delle proprie emozioni e di condividerle nel gruppo in un contesto protetto e privo di giudizio. Il gioco del teatro, uno spazio intermedio tra realtà e finzione, permette poi di sperimentarsi in nuovi atteggiamenti espressive e di esprimere inedite potenzialità”.

Il titolo del progetto da cui sono nati i radiodrammi è “Fabbricanti di nuove armonie”, che rimanda a “Il fabbricante di Armonie” di Antonio Verri, un testo dedicato a Antonio De Ferraris, detto il Galateo, medico e  filosofo di Galatone. Verri immagina un carteggio tra De Ferraris e un’altra persona dando vita ad un’opera di particolare bellezza letteraria.

“Mi ha sorpreso il fatto che sia nell’opera di Verri che nel nome del laboratorio di Seclì comparisse la parola “Armonie” così ho pensato ad una fusione ed è nato “Fabbricanti di nuove armonie”.

L’aspirazione verso un lavoro artistico che produce incanto e meraviglia esaltando quel senso di armonia che leggiadro si posa su tutto ciò che viene creato con impegno, parsimonia, dedizione lascia presagire un tempo di bellezza. I fautori di questa iniziativa che appare come un vero e proprio esperimento sociale dispensano il desiderio di condivisione e lo fanno attraverso la parola scritta, pronunciata, interpretata.

Con il coinvolgimento di Fabrizio Saccomanno e Maira Marzione sono stati prodotti i testi sulla base di un lavoro di scrittura creativa ambientata a Seclì dove i personaggi, veri ed inventati, si muovono e agiscono in un piccolo paese del sud Italia, luogo della memoria e dell’ispirazione.

Da questo percorso completo e variegato, basato su un approfondito lavoro sul corpo, la voce e l’intensità, anche emotiva, si è giunti alla registrazione delle partiture. La rifinitura dei radiodrammi ha visto la collaborazione di Massimiliano De Rubertis per la scelta delle musiche ed il montaggio.

La conversazione con Giorgio Colopi continua e a lui chiedo:

A quale tipo di pubblico si rivolge il vostro lavoro?

Si rivolge ad un pubblico ampio. I referenti principali sono i cittadini di Seclì perchè immagino siano interessati ad ascoltare delle storie ambientate nel proprio paese ma sto constatando come queste tracce che sono state ascoltate da diverse persone stiano piacendo moltissimo e sono in tanti a trovare delle somiglianze con gli audiolibri. Il fatto che alcuni radiodrammi siano in dialetto o che contengano espressioni dialettali non limita l’ascolto anzi incuriosisce.

Pensi che questo strumento possa in qualche modo sensibilizzare alla cultura?

Sicuramente incentiva l’interesse. L’intento originario è stimolare i processi immaginativi e credo sia molto importante oltre che divertente.

Su quale supporto vengono distribuiti oltre alla rete?

Avevamo pensato di riportarli su cd però è talmente tanto immediato aprire un link anche dal proprio cellulare che riteniamo sia molto più semplice da condividere.

“La nunna Nzina” testo di Mary Longo, interpretato da Giorgio Colopi e Serena Calamaio; “La Falegnameria del nonno” testo di Caterina Parlangeli, interpretato da Patrizia Donadei, Barbara Vaglio e Patrizia Casarano; “Botte da orbi tra Seclioti e Galatonesi” testo di Marcello Gaballo e di Salvatore Cardinale, interpretato da Salvatore Cardinale e Patrizia Donadei  e “La duchessa” testo di Catiuscia Casarano, interpretato da Giorgio Boffo, Viviana Cerfeda e Catiuscia Casarano sono i radiodrammi realizzati che possono essere ascoltati cliccando sul seguente link:

https://soundcloud.com/giorgio-colopi-51377863/presentazione-radiodrammi

L’efficacia e l’originalità di questo lavoro mirano ad esaltare il territorio attraverso le espressioni più autentiche di coloro che lo vivono consegnandoci visioni incantevoli di un Sud che affida alla parola tutta la sua nobile dignità.

 

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