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“Il prezzo della libertà, lettere da Portici” è il titolo del libro realizzato per rendere omaggio ad un grande protagonista della storia politica meridionale, Rocco Scotellaro.

Il volume a cura del giornalista Pasquale Doria impreziosito dai contributi di Emanuele Festa, storico segretario del PSI cittadino, dell’artista Nicola Filazzola, del soprintendente Biagio Lafratta e del sociologo Gilberto Marselli è stato pubblicato da Edizioni Giannatelli.

Contenente alcune lettere inedite di Rocco Scotellaro il volume si presenta ricco di foto, pagine di giornali dell’epoca come una copia del quotidiano “Avanti” del 29 agosto 1954 che riporta un articolo di Pietro Nenni sulla poesia di Scotellaro e un’intensa testimonianza della madre Francesca Armento.

Tra i documenti raccolti nel testo sono presenti interessanti dichiarazioni che raccontano l’impegno politico di Scotellaro, il periodo relativo all’ingiusta detenzione in quello che un tempo era un carcere sito in piazza San Giovanni Battista, nel cuore del centro storico di Matera, e la sua scarcerazione.

Ciò che più risalta dal lavoro editoriale è l’animo giusto di un uomo che possedeva la rara capacità di raccontare i pensieri, le emozioni, gli avvenimenti, i volti attraverso la poesia. La parola era la sua “arma” più nobile per mettere in atto una battaglia nella quale Scotellaro compariva essere sempre dalla parte dei più deboli.

Emerge da queste pagine una figura singolare che sognava un Sud migliore sebbene non abbia mai smarrito la consapevolezza di un mondo corrotto e per questo da fronteggiare con l’onestà che gli era propria. Tra i reperti emersi leggiamo: “Sono per una politica popolare e democratica […] sono mosso da bisogni e da ideali che spesso vengono confusi proprio quando devono essere più chiari e cioè nell’imminenza dell’espressione del voto” e ancora “Io penso a tutto un risveglio meridionalista su una base politica unitaria”.

Morto a soli 30 anni Scotellaro ha coltivato amicizie forti e intense come quella con Manlio Rossi Doria e Carlo Levi che firmò la prefazione della sua opera più celebre “L’uva puttanella”. Con entrambi Scotellaro ha condiviso la speranza di un profondo risveglio dei contadini meridionali.

Interessante è la presentazione dedicata alle persone citate nel libro che hanno condiviso battaglie e ideali con Rocco Scotellaro. Si tratta di figure più disparate: dai braccianti ai professori, avvocati, intellettuali. Fra questi personaggi spicca Nicola Lozito, un contadino di Tricarico, autore di una poesia che leggiamo a termine del volume nella quale l’autore descrive con pathos e commozione il giorno del funerale di Scotellaro.

Tra le foto presenti una ritrae la tomba del politico progettata dall’architetto Ernest Nathan Roges che ha realizzato una scultura richiamante una finestra affacciata sulla valle del Basento. Ai lati del vano finestra sono stati scolpiti i versi di un componimento poetico di Rocco Scotellaro che riporto qui di seguito: “Ma nei sentieri non si torna indietro/altre ali fuggirono/dalle paglie della cova,/perché lungo il perire dei tempi/l’alba è nuova, è nuova”.

Con l’auspicio di vivere una nuova alba spetta a noi mantenere vivo il ricordo di uno dei protagonisti della storia italiana, che ha lasciato in eredità il coraggio di difendere la propria libertà ripartendo dal potere della parola.

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