Era una notte buia e tempestosa e la piccola Jane si era rifugiata sotto le coperte del suo caldo letto portando con sè un libro. Nell’aria qualcosa di tenebroso rendeva la serata spettrale ma la bambina era coraggiosa e non aveva paura di nulla… o quasi.
Sebbene i racconti di “Pelle d’oca”, il bellissimo libro ricco di storie spaventose, che le aveva regalato la sua mamma piacesse molto a Jane la piccola impavida ragazzina si addormentò sprofondando in un sonno profondo.
Le braccia di Morfeo condussero la bambina in un luogo lontano, sperduto, raggiungibile solo nel mondo dei sogni.
<<Ma cosa succede? Dove mi trovo?>> disse Jane svegliandosi da uno strano torpore ricoperta da una miriade di foglie secche cadute dagli alberi.
In un bosco incantato illuminato da una luce chiarissima ecco che un folto gruppo di pipistrelli la circondano scompigliandole i capelli e richiamando la sua attenzione.
Jane sempre più stordita e confusa non ha tempo per chiedersi come sia possibile che i pipistrelli volino con la luce del giorno ma quelle vivaci creature la trascinano verso un sentiero sconosciuto.
Senza chiedersi il perchè la bambina segue quella scia nera, svolazzante e allegra andando incontro all’ignoto.
Molti dubbi le affollavano la mente ma una forza superiore e inspiegabile sembrava abbia potere anche sulle azioni di Jane.
Dopo aver attraversato il bosco incantato, conosciuto meravigliose creature, ammirato piante mai viste prima Jane giunge a destinazione.
Una casetta dal tetto giallo e dalle pareti nere si presenta davanti ai suoi occhi.
Le ante delle finestre sbattono pur non essendoci vento e ovunque la casa appare ricoperta dai ragni che hanno tessuto in ogni angolo delle enormi ragnatele.
La porta d’ingresso è aperta ma all’interno non si scorge neppure una luce.
Un cane arancione, fermo e immobile, abbaia sull’uscio di una dimora spettrale.
<<E ora?>> si chiede Jane.
<<Entro o scappo?>> e proprio mentre tenta di dare una risposta al quesito i pipistrelli che sembrano comprendere le sue paure circondano la casetta.
Un bisbiglio flebilissimo aleggia nell’aria e Jane ha la certezza di dover entrare in quella strana casa.
La prima stanza è completamente vuota, non ci sono mobili e tutto è buio.
Poi lentamente una piccola luce illumina una grande scala dalla quale scende proprio lui….
Pat, lo scheletro attraversa le scale come uno zombie.
Jane ha un sussulto ma non scappa.
Coraggiosa com’è rimane in quella stanza.
<<Ciao Jane, ti aspettavo da tanto tempo. Avevo perso le speranze ma poi quel libro ti ha permesso di raggiungermi…>>
<<Dove mi trovo? E tu chi sei?>> chiese Jane con determinazione. <<Voglio una spiegazione. Come fai a conoscere il mio nome e perchè desideravi incontrarmi?>>
<<Vedi Jane, sono stanco di essere presentato come un essere cattivo e malvagio. In tutti i libri io sono rappresentato come lo scheletro che terrorizza i bambini e invece io voglio bene a loro. Quando però tu hai iniziato a leggere quel libro… “Pelle d’oca” ho capito che forse una speranza c’era>>.
Jane assorta dalla situazione che sta vivendo ha dimenticato cosa stesse facendo l’attimo prima di ritrovarsi lì ma ad un tratto un lampo di memoria la aiuta a ricostruire il suo recente passato.
E’ vero! Stava leggendo il libro di racconti regalatole della sua mamma e le stava piacendo tanto proprio perchè fantasmi e spiriti non erano cattivi, ma buoni e in grado di farsi amare dai loro lettori.
Ora molte cose le sono più chiare ma alcuni dubbi continuano a tormentarla.
<<Cosa vuoi dire Pat? Spiegati meglio.>>
<<Jane tu sei l’unica che può aiutarmi. Voglio far parte di un racconto dove posso essere presentato per come sono realmente. Non uno scheletro cattivo ma buono anche se il mio aspetto continuerà ad essere così… così…. così…>>
<<Così come?! Smettila Pat. Noi bambini non siamo stupidi, sono i grandi ad avere mille strane idee per la testa e a giudicare le persone in base al loro aspetto. Noi invece ci facciamo trasportare solo dall’istinto e so bene che tu come i pipistrelli e i fantasmi che aleggiano questa casa sono buoni. Pensa che alcuni adulti non vogliono festeggiare Halloween perchè dicono sia una festa inutile. Ma quale inutile e inutile? Farebbero bene a riflettere un po’ di più durante questo giorno di festa e che capissero una volta per tutte che le uniche paure si creano nella propria testa, che brutto non è sinonimo di cattivo, che il buio non è malvagio.>>
Pat fu così felice nell’ascoltare quelle parole che piangendo per la commozione e ridendo per la gioia si catapulta su Jane per abbracciarla forte.
La bambina promette che al suo rientro avrebbe scritto un racconto su Pat, lo scheletro buono. Quella che avete appena letto è la storia di una promessa mantenuta.
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