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Siamo nel 1271 e davanti alla laguna di Venezia un ragazzo con lo sguardo sul mondo decide di attraversarlo raggiungendo deserti e montagne, conoscendo lingue complesse e usanze bizzarre. Marco Polo era il suo nome e quel viaggio lo condusse fino alla corte di Kublai Kan. Nella sua città d’origine ritornerà dopo 25 anni ma di quello che è stato il suo straordinario viaggio e delle meraviglie che egli stesso ha visto Marco Polo ha voluto che si scrivesse in un libro. Abile nell’arte del narrare Marco Polo dà vita al Milione.

È questa la trama dell’albo illustrato “Marco Polo. Il viaggio delle meraviglie” di Pino Pace e Michelangelo Rossato pubblicato da Edizioni Arka. Un libro per ragazzi ben strutturato e particolarmente avvincente che attraverso una narrazione avvincente e alle incantevoli immagini propone ai piccoli lettori una delle storie più affascinanti di tutti i tempi.

Tutto ha inizio con la partenza di Marco Polo avvenuta quando il giovane esploratore aveva solo 17 anni. Insieme al padre Nicolò e allo zio Matteo partirono verso il Catai, l’antica Cina, per vedere con i propri occhi quanto fosse grande il mondo al di fuori dei confini di Venezia.

Il viaggio durò quattro anni durante i quali Marco Polo vide paesaggi incredibili, bellezze uniche finchè non giunse a Cambalù la capitale dell’impero dove i Polo furono accolti con grande onore da colui che era l’uomo più potente della terra ma che non aveva avuto il privilegio di vedere quanto il giovane esploratore aveva invece potuto ammirare.

Qui Marco Polo fu rispettato e apprezzato per le sue grandi qualità di uomo saggio e intelligente ma dopo vent’anni trascorsi nell’antico Oriente, l’esploratore decise di tornare nella sua terra natia. Venezia in quel periodo era in guerra contro Genova e Marco Polo durante i combattimenti venne fatto prigioniero.

In carcere incontrò Rustico da Pisa, un letterato al quale Marco propone di scrivere tutte le meraviglie di cui è stato testimone, così fra i muri di una galera genovese, su dei fogli di pergamena nasce il Milione.

Grazie all’editore ho avuto il piacere e l’onore di intervistare l’autore Pino Pace e l’illustratore Michelangelo Rossato.

Le avventure di Marco Polo sono presenti in ogni libro di storia ma la vostra narrazione coinvolge, entusiasma, rapisce. Cosa ha animato la stesura del volume?

Pino Pace: Grazie per l’apprezzamento, Paola. Il Milione è uno dei libri più importanti di tutti i tempi e di tutte le letterature, ma è soprattutto un libro che si presta a essere raccontato tante volte, in maniere molto diverse. A me è già successo di raccontarlo due volte: nella prima ho fatto una mappa dell’intero viaggio, in questa versione ho provato a mettermi nei panni di Marco Polo bambino, che si domanda: “Quanto grande è il mondo?” e per dare una risposta ci mette tutta una vita e migliaia di chilometri di strade e sentieri. E non è detto che la trovi, la risposta…

Michelangelo Rossato: Quando mi è stato chiesto di illustrare questa edizione ARKA di Marco Polo ho pensato “Ce la farò mai a dare lustro a un testo così importante?”. Ho studiato molto, una ricerca iconografica fatta quasi esclusivamente su libri trovati nei mercatini. Allo stesso tempo ho cercato di “svecchiare” un poco questa storia incredibilmente affascinante e inspiegabilmente snobbata in Italia. Ne sono nate delle illustrazioni che, spero, riportino alle cromie delle miniature medievali, alle atmosfere di un sogno di un viaggio, più che di un viaggio vero e proprio. Ho voluto inserire moltissimi bambini, anziani e donne (In molte versioni illustrate del Milione risulta che Marco partisse già adulto e incontrasse solo uomini di mezza età!).

Il viaggio di Marco Polo ci ha permesso di conoscere la meraviglia del mondo ma soprattutto ci ha insegnato ad avere uno sguardo nuovo su tutto ciò che ci circonda. Qual è il messaggio più forte che intendete esprimere ai piccoli lettori? Avere l’audacia di osare e andare incontro a ciò che è sconosciuto? Saper saziare la curiosità che c’è in ciascuno di noi? O avere la capacità di guardare oltre i propri confini anche e soprattutto quelli dei pregiudizi?

Pino Pace: Chi si mette in viaggio, come Marco Polo, non può avere troppi pregiudizi. Deve confrontarsi con chi incontra: chiedere da mangiare, da dormire, un aiuto o anche solo un’informazione. Viaggiando ci si rende conto che le persone buone ci sono in tutti gli angoli della Terra. Anche quelle cattive, certo.

Marco è un viaggiatore medievale, un’epoca spesso dipinta come di persone credulone e piena di pregiudizi. Marco Polo non lo è. Ha lo sguardo lucido e ragiona con la sua testa.

Se in questo libro c’è un messaggio è che mettersi in viaggio è necessario, conoscere il posto dove siamo ospiti: il nostro pianeta, e le persone che lo abitano.

Michelangelo Rossato: Quando rifletto con i bambini sul libro, ovviamente emergono temi interculturali e di uguaglianza (spesso capita ne nascano splendidi dibattiti quando ci sono bambini di madrelingua straniera). Ma non solo: mi piace riflettere con i bambini su un “tempo della vita” completamente diverso, più lento rispetto a quello frenetico in cui viviamo noi oggi (e di questa velocità i bambini se ne accorgono). Il nostro è un tempo frammentato, distratto, interrotto dalla necessità di fotografare, condividere istantaneamente, dove è più difficile godersi per se stessi il presente. Marco viaggia lentamente e ricorda, solo grazie alla sua memoria, ogni meraviglia che vede. Viaggia per osservare e per ricordare. Dovremmo iniziare a riappropriarci della nostra memoria, gustarci l’attimo che scorre. Senza rendercene conto trasmettiamo questa frenesia anche ai bambini.

La storia di Marco Polo ci insegna come l’Oriente e l’Occidente seppur differenti per abitudini, cultura e tradizioni siano inscindibili. Perché secondo voi oggi non tutti riescono a cogliere questo messaggio?

Pino Pace: Non solo l’Oriente e l’Occidente, ma anche il Settentrione e il Meridione… il mondo intero e non ne parliamo più! Le abitudini, le tradizioni e la cultura di ogni essere umano, come essere umano, mi appartengono. Non è sempre facile: ci sono aspetti di altre culture che facciamo fatica a comprendere, ma bisogna sforzarsi di capire, bisogna leggere e studiare. Bisogna rifiutare solo le convinzioni che creano sofferenze e costrizioni inutili. Non è per niente facile, ma in questi casi le soluzioni facili, spesso sono solo sbagliate.

Michelangelo Rossato: Perché il razzismo è una malattia dalla quale è molto complicato farsi curare.

Scrivere un libro per bambini richiede una particolare attenzione. Quali sono le peculiarità che le illustrazioni e il testo dovrebbero avere perché il volume possa essere pienamente apprezzato dal bambino?

Pino Pace: Secondo me devono testo e immagini devono “lavorare” insieme, e in questo Michelangelo è stato bravissimo. Ha fissato in immagini dense e intense il mio racconto. E’ bello fare libri illustrati anche per questo, perché è un’opera collettiva, e perché quando arriva la scatola con le prime copie del libro è sempre una festa.

Michelangelo Rossato: Alcuni adulti (perchè sono sempre gli adulti che hanno potere d”acquisto) preferiscono libri “carini”, rassicuranti, didascalici. Magari che non facciano sorgere troppe domande. A mio parere invece un libro per bambini deve essere affascinante, bellissimo, conturbante, misterioso, deve avere illustrazioni che raccontino “oltre il testo”, facciano sorgere domande, magari qualcuna a cui magari non si troverà mai risposta. Ad esempio in Marco Polo c’è uno strano ponte di Rialto: è ispirato a un progetto mai realizzato dal Palladio. Dunque siamo a Venezia, o in un sogno di Venezia?

Quali sono le virtù che più apprezzate in Marco Polo?

Pino Pace: La curiosità, la modestia, l’intelligenza, lo spirito di osservazione. Ci sono personaggi storici che “mantengono le distanze” (almeno con me), che ho già raccontato in altri libri e mappe. Ad esempio mantengono le distanze Cristoforo Colombo, Annibale, il generale Custer. Mentre sento molto vicini, oltre a Marco Polo, Cavallo Pazzo, Charles Darwin…

Michelangelo Rossato: Il coraggio, la pazienza, la libertà.

Se aveste avuto la possibilità di conoscere Marco Polo, cosa gli avreste chiesto? Cosa avreste voluto vi raccontasse?

Pino Pace: Marco Polo è stato un grande narratore. Kublai Kan aveva un impero immenso che non poteva conoscere tutto. Per questo nominò Marco Polo ambasciatore, con l’incarico di percorrere i suoi domini immensi e tornare a raccontarglieli. Che un imperatore potentissimo come Kublai si affidi a un giovane straniero che forse non parlava neanche tanto bene la sua lingua, per farsi raccontare il suo impero, la dice lunga: Marco era un narratore eccezionale? Aveva un altro sguardo? Oppure non aveva tutte le prudenze dei cortigiani di Kublai? non lo sapremo mai…

Comunque, se mi trovassi di fronte Marco Polo gli chiederei: “Quando si parte?”

Michelangelo Rossato: Gli avrei chiesto di raccontarmi altre meraviglie, magari durante una passeggiata nella nostra città, Venezia.

 

Sono molteplici le buone ragioni per leggere ai ragazzi questo libro che è una scoperta nella scoperta.

 

 

 

 

 

 

 

 

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