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“Gioacchino Toma. Sorvegliato politico tra artisti, sotterfugi e nobiltà” di Alberico Bojano pubblicato da Guida Editori è un libro prezioso che ha il pregio di aver messo in luce la biografia di uno dei più significativi pittori dell’Ottocento italiano e presentato dettagliatamente la sua produzione artistica.

L’autore del volume ha compiuto un lavoro certosino restituendoci un affresco completo e veritiero riguardo la vita di un uomo nato a Galatina, nel Salento, fuggito verso la capitale delle Due Sicilie per poi essere estromesso per il sospetto di cospirazione antimonarchica ed esiliato sulle montagne del Matese, dove godette del mecenatismo sia della famiglia Gaetani d’Aragona che di liberali antiborbonici.

Alberico Bojano con questa brillante pubblicazione editoriale intende mettere in risalto la forza d’animo di un’artista relegato nel limbo della storiografia risorgimentale quale pittore garibaldino fornendoci “uno spaccato denso di psiche, amore e sofferenza”.

Dalle pagine del volume sapientemente corredato dalle immagini ritraenti le opere di Toma emerge soprattutto “la potenza empatica dei suoi quadri” che “turbò e non fu compresa da una critica che s’ostinò a vedere soltanto grigi dov’era la forza evocativa del sentimento, lamentando la mancanza di quella chiassosità di colore con cui la moda imperante l’aveva abbagliata. Ecco perchè parlarne e riscoprirne oggi le opere, alla luce dell’itinerario umano che segnò la non lunga biografia di Toma, consente ancor più di apprezzare il rigore dell’uomo e la sua capacità di cogliere le pieghe dolorose dell’animo umano”.

Le opere di Toma sono oggi conservate nei più importanti musei italiani e leggendo il libro con l’attenzione che merita si coglie il percorso di crescita compiuto dall’artista e la sua autentica sensibilità nei confronti dell’arte.

Il dolore e la sofferenza accompagnano l’esistenza di un uomo che desidera uscire dai confini di un territorio non per un’arida ambizione ma perchè “in lui brucia la voglia di mangiarsi il mondo”. La curiositas che anima Toma è una delle peculiarità dell’artista che ama raffigurare ciò che lo circonda come i paesaggi naturalistici e di questi intende riprodurre la luce che li caratterizza.

Toma si dedica al disegno caricaturale, ai ritratti, alla natura morta affermando la volontà di “aver compreso la necessità di bloccare lo spazio”.

Non ricorre ad inutili abbellimenti l’arte di Gioacchino Toma ma mira a presentare la veridicità delle cose, nella stessa maniera Alberico Bojano con rigore stilistico e un raffinato stile narrativo  verga il racconto di un personaggio storico ricco di virtù umane e artistiche.

Le immagini raffiguranti le tele di Toma sono di una bellezza abbagliante e il lettore non può sottrarsi all’osservazione minuziosa dei dettagli, rivelatori di uno stile singolare.

Ammirevole è poi l’attenzione che Toma rivolge nei confronti del ruolo della cultura nella società intesa come diritto fondamentale di ogni cittadino. Splendidi sono i dipinti ritraenti le donne con dei libri in mano, a dimostrazione del fatto che tutti possono e devono accedere al mondo culturale.

L’eredità lasciataci da Gioacchino Toma è incommensurabile e il libro di Alberico Bojano rende omaggio a una figura di incredibile interesse da riscoprire e non dimenticare.

 

 

 

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