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“Faremo bene il male” è un romanzo implacabile e folle. L’autore Luciano Monti ha composto una storia forte ed efficace intrisa da una malinconia profonda a tratti inspiegabile che sovrasta le personalità emblematiche dei protagonisti di questo picaresco racconto edito da AlterEgo.

Il professore Eliano Torno si dibatte tra due sorelle, le studentesse Dafne e Diana Lomi, così differenti tra loro e così simili da ipnotizzare l’uomo che viene travolto in un’avventura al limite del reale. Sarà proprio lui a narrare i fatti anticipandoli con una esaustiva introduzione nella quale si rivolge espressamente al lettore affinchè si lasci coinvolgere dalla trama senza cadere nella tentazione di giudicare le azioni del protagonista tanto fragile quanto audace: “Non cerco la vostra approvazione, ma il vostro occhio, non cerco il vostro applauso estasiato o la vostra condanna, ma il vostro orecchio”.

Con continui riferimenti mitologici e storici, ricorrendo alle lingue antiche con costanti rimandi ai versi in greco e in latino, lo scrittore ci fa compiere un viaggio sui generis attraversando con il suo sguardo, attento e puntuale, il fascino di città intrise di una cultura appartenente a un’epoca passata come Alessandria d’Egitto o l’isola di Santorini. Ed è quel passato così remoto da fondersi in un presente vago e indefinito dove tutto si mescola in un caos ipnotico. Sembra che il tempo si riavvolga su se stesso.

Con una scrittura perfetta si snoda una narrazione che appare come un’esperienza sensoriale in cui le parole si tramutano in suoni, visioni, essenze che conducono su percorsi inesplorati: “Scopro che se l’amore fosse un elemento sarebbe il fuoco, […] ora comprendo che se l’amore fosse un colore sarebbe il giallo, […] se dovessi dire che rumore ha l’amore potrei dirvi senza indugio che ha il suono dell’acqua in un ruscello”.

C’è un Libro, un poema misterioso, nel quale è narrata la vicenda di due coppie di innamorati costretti ad amarsi in segreto. Sarà quest’opera a tessere le fila del racconto dove tutto si snoda sulle pagine del poema segreto e prezioso che segna i passi dei personaggi: il professore e Dafne, spudorata, intraprendente ed eccentrica, che vivono una singolare storia d’amore. E’ una vertigine di passione che travolge i due innamorati accecati da un desiderio ossessivo: “Ammiràti, ci scambieremo i doni e faremo bene il male”.

Monti destreggia un lessico variegato che ben descrive il turbamento d’animo di Eliano combattuto nel rincorrere un’avventurosa quanto pericolosa libertà. L’uomo accecato dall’amore si scontra con un devastante impatto emotivo che attenua ricorrendo alla scrittura vibrante ed enfatica. “Quella che state leggendo invece è una testimonianza di chi è stato all’Inferno ed è tornato senza volersene andare. Non fuggito, ma scacciato dall’Inferno stesso e ricaduto qui. Angelo o demone non importa. Io.”

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